La scomparsa di Gianni Minà è, per molti versi, il segno della conclusione di un’epoca. Non perché non esistano oggi personalità del mondo dell’informazione e della cultura capaci e nel contempo irriverenti. Tuttavia, la cifra specifica di Minà sta nel suo eclettismo intriso di una variegata cultura, creativo e persino debordante. Gli eccessi di un linguaggio della voce e del corpo spesso qualche misura più su sono stati la porta di ingresso per riuscire ad intervistare figure avvolte dal mito e poco adatte alle routine: da Fidel Castro, a Muhammad Alì-Cassius Clay, a Diego Armando Maradona. Sono alcune delle pietre...