Visioni

Qui e altrove, il cinema-mondo delle Giornate degli autori

Qui e altrove, il cinema-mondo delle Giornate degli autori«Una scena da Los océanos son los verdaderos continentes» di Tommaso Santambrogio

Cinema Presentato il programma della sezione parallela, a Venezia dal 30 agosto al 9 settembre

Pubblicato circa un anno faEdizione del 28 luglio 2023

«La parola chiave, il fil rouge che lega i film di questa selezione, è bivio, parola quanto mai appropriata per definire il lavoro delle autrici e degli autori presentati e per definire anche il nostro, da proiettare oltre i primi vent’anni». Così la direttrice artistica Gaia Furrer introduce la selezione della ventesima edizione delle Giornate degli autori in uno strapieno Palazzo Merulana – dopo la scelta dello streaming, sia per la Settimana della critica che per la Mostra del cinema (salvo i pochi invitati a Venezia) ritrovarsi dal vivo per parlare e immaginare di cinema è evidentemente ancora un piacere e una necessità.

PER LE GIORNATE è un’edizione particolare, per la «cifra tonda» ma soprattutto per la scomparsa, la scorsa settimana, del presidente Andrea Purgatori. A lui e a Citto Maselli è quindi dedicato il programma che si svolgerà al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre. Dieci i film in concorso, in apertura l’unico italiano, Los océanos son los verdaderos continentes, opera prima di Tommaso Santambrogio. Racconta, in bianco e nero, lo scorrere di alcune esistenze nella contemporaneità cubana. Questo sguardo «eccentrico» di italiani che realizzano film all’estero è un elemento ricorsivo e interessante all’interno del programma, ci sono infatti, tra gli eventi speciali, anche L’expérience Zola, in cui Gianluca Matarrese si confronta con Lo scannatoio di Zola passando dalla fiction al documentario; e L’avamposto di Edoardo Morabito, recatosi a filmare in Amazzonia per seguire le tracce di un eco-guerriero scozzese.
Tornando al concorso, la «star» più attesa è sicuramente Isabelle Huppert, protagonista del film Sidonie au Japon. Terzo lavoro della regista francese Élise Girard, è realizzato in Giappone, dove una donna si reca per ritrovare la propria identità. Giapponese è invece Kyoshi Sugita, il suo Following The Sound affronta in tema dell’altruismo e dell’empatia, centrale anche nel film di vampiri Vampire humaniste cherche suicidaire consentant della canadese Ariane Louis-Seize, dove la giovane vampira protagonista è malata proprio di empatia. È un’opera prima, come molti altri dei film in concorso: Melk dell’olandese Stefanie Kolk, Foremost By Night del basco Víctor Iriarte, Backstage dei marocchini Afef Ben Mahmoud e Khalil Benkirane. Completano la selezione la commedia queer The Summer With Carmen del greco Zacharias Mavroeidis, Quitter la nuit della belga Delphine Girard e Snow In Midsummer del malese Chong Keat Aun.
La 20a edizione è dedicata a Andrea Purgatori, presidente delle Giornate. Tre film italiani girati all’estero, molte le registe donne, attesa Isabelle Huppert
Scorrendo i titoli è evidente che le Giornate degli autori hanno scelto di mettere tra i valori guida la diversità, sia intesa come provenienza geografica dei film che come importante presenza di registe donne. E la «tensione politica» della sezione parallela emerge anche quando, durante la conferenza stampa, viene tributato un lungo applauso alla presidente del Centro sperimentale di cinematografia «sotto attacco» Marta Donzelli, una battaglia per cui tanto si sta spendendo l’associazione 100autori, che insieme a Anac cura la rassegna. La mattina del 5 settembre sarà poi dedicata ad Amleta, realtà che negli ultimi anni cerca di sensibilizzare e intervenire sulle violenze di genere nel mondo dello spettacolo.TORNANDO al programma, molto c’è anche fuori e oltre il concorso. Desta curiosità The Sun Will Rise dell’iraniano Ayat Najafi, dove le prove di uno spettacolo teatrale si mescolano con le rivolte in strada. Sono due regali i film autoprodotti che Céline Sciamma e Teona Strugar Mitevska hanno deciso di mostrare in prima mondiale alle Giornate. Quest’ultima presenta un intimo diario di insubordinazione, mentre quello di Sciamma è un corto girato a Roma sull’ultimo giorno in casa di Patrizia Cavalli.
E alla poetessa è dedicato anche un altro film, uno degli otto che compone la sezione «off» delle Notti veneziane, completamente dedita a prospettive originali e promettenti di cinema italiano. Dedicato a Cavalli è Le mie poesie non cambieranno il mondo di Annalena Benini e Francesco Piccolo. Da non perdere poi L’invenzione della neve di Vittorio Moroni, dove una donna, Carmen, ama ancora intensamente l’uomo che l’ha lasciata, mentre Irene Dorigotti in Across ci poterà in un road movie spirituale, allontanandosi dalla religione, verso il sacro.

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