«Puigdemont non è più in Spagna», i Mossos sotto accusa
Spagna A Barcellona e in tutta la Catalogna ricerche ancora in corso, ma pare che sia già in Belgio
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Il giorno dopo la rocambolesca scomparsa di Carles Puigdemont dallo scenario dell’Arc de Triomf di Barcellona, il corpo dei Mossos d’Esquadra coi suoi massimi dirigenti, il commissario capo Eduard Sallent e il direttore generale Pere Ferrer e il responsabile politico nel governo della Generalitat, il consigliere degli interni Joan Ignasi Elena di Esquerra Republicana, convocano una conferenza stampa per dar conto del fallimento del dispositivo di polizia per detenere l’ex presidente.
Contro Puigdemont, infatti, è attivo un ordine di arresto sul territorio nazionale «perché – come dice a chiare lettere Ferrer – non si applica l’amnistia». Ma nessuno, né i Mossos né nessun altro era preparato per far fronte a uno scenario di fuga, una «condotta impropria di un’alta carica istituzionale», denuncia Elena davanti alla stampa.
Sallent riconosce gli errori di valutazione commessi, ma non accetta che si continui a screditare il corpo dei Mossos: il dispositivo di polizia, che contava con 505 effettivi, aveva per obiettivi quelli di garantire la celebrazione del plenum di investitura, preservare l’ordine pubblico e arrestare Puigdemont. Lo scacco si è avuto sulla mancata detenzione del leader indipendentista. D’altra parte «non tutto è accettabile», come saltare le istituzioni e passare sopra il corpo dei Mossos. Eppoi, si chiede Elena, un’azione di questo tipo «cosa aggiunge? cosa unisce?»
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Sulle regole la Ue non molla. E Meloni è all’ultima spiaggiaPuigdemont ha dimostrato di non temere lo Stato, replica il suo avvocato Gonzalo Boye ai dubbi sull’utilità politica di questo ritorno lampo. E, dalle onde della radio pubblica catalana, rassicura tutti sul fatto che l’ex president si trovi già fuori dello Stato spagnolo. Come conferma più tardi Jordi Turull, uno dei leader dell’indipendentismo finito in carcere per avere celebrato il referendum dell’1 di ottobre e poi indultato nel 2021. Turull, oggi segretario di Junts, dice di essere stato assieme a Puigdemont a Barcellona fin da martedì scorso e di averlo accompagnato fuori dalla città e dal paese giovedì, lasciandolo in Francia.
Ma i Mossos non sembrano crederci troppo, continuano a cercare Puigdemont a Barcellona e in tutta la Catalogna. Il giudice Llarena chiede ai Mossos e al ministero degli interni i dettagli del dispositivo di polizia e i nomi dei responsabili della sua applicazione. Ma il governo spagnolo scarica tutta la responsabilità del mancato arresto di Puigdemont sulla polizia catalana.
Oggi il socialista Salvador Illa assumerà formalmente la carica di presidente della Generalitat, dopo essere stato eletto dal parlamento catalano giovedì scorso, mentre Puigdemont era in fuga. Perché «la Spagna non si rompe», contrariamente all’accusa che Pp e Vox lanciano senza tregua contro il governo spagnolo e la sua maggioranza.
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