Europa

Proteste in Albania contro l’accordo con l’Italia

Proteste in Albania contro l’accordo con l’Italia

Migranti L’accordo è stato difeso ieri da Giorgia Meloni nel consueto intervento sui social

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 11 novembre 2023

L’accordo sui migranti tra Italia e Albania potrebbe finire alla Corte costituzionale del paese delle Aquile. A paventare il ricorso è stata ieri il leader dell’opposizione a Edi Rama, il presidente del Partito democratico Lulzim Basha che oltre a voler verificare l’esistenza d possibili profili incostituzionali contesta il mancato coinvolgimento del parlamento.

L’accordo è stato difeso ieri da Giorgia Meloni nel consueto intervento sui social. «L’accordo con l’Albania – ha spiegato – è di grande respiro europeo e può diventare un modello di collaborazione tra paesi europei ed extraeuropei». Va detto che anche l’intesa con la Tunisia – i cui risultati sono a dir poco dubbi – è stata presentata come un «modello» da esportare in altri Paesi africani. La premier ha poi respinto l’accusa d chi ha parlato di una deportazione di migranti in Albania. «Non può esserlo verso una nazione che si candida tra le altre a entrare in Unione europea». Infine ha confermato che delle strutture che dovrebbero essere realizzate in Albania, una è un centro dove verrebbero accolti i migranti al momento dello sbarco, mentre la seconda è un Cpr, un centro per i rimpatri con tempi di detenzione che possono arrivare fino a 18 mesi.

Di migranti e di Albania ha parlato ieri da Malaga, dove si trovava per il congresso del Pse, anche Elly Schlein. La segretaria del Pd è tornata a chiedere una missione navale europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo e ribadito la sua opposizione «all’esternalizzazione delle frontiere». Una posizione condivisa però dalla vicepresidente dell’Europarlamento, membro del Spd, ed ex ministra della Giustizia tedesca Katarina Barley, anche a Malaga per il congresso, per la quale esternalizzare le frontiere «non è sempre sbagliato». «Quello che stimo ipotizzando in Germania – ha spiegato Barley – è di creare delle possibilità per le persone che vogliono scappare dai loro Paesi di chiedere asilo senza prima arrivare in Europa». Più volte, però, l’Ue ha spiegato che le richieste di asilo si possono presentare solo negli Stati membri. «Ciò significa – ha però spiegato l’ex ministra – che le persone danno tutti i loro risparmi ai criminali solo per arrivare e chiedere asilo per poi magari essere rifiutati: questo sistema può essere migliorato».

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