Si scrive commercio, si legge geopolitica. Inizia oggi il summit speciale Usa-Asean a Washington, in una contingenza nella quale nonostante la guerra in Ucraina la Casa Bianca è iperattiva sul fronte dell’Asia-Pacifico. Joe Biden riceve i leader del Sud-Est asiatico nel primo vertice fisico di questo tipo della sua amministrazione, a sei anni dal precedente.

Un lungo periodo nel quale la Cina ha approfittato del vuoto lasciato per rafforzare il suo radicamento economico e diplomatico. Il messaggio centrale che Biden proverà a trasmettere durante il vertice sarà quello dell’impegno di lungo termine degli Usa nella regione. Il problema è capire di che tipo di impegno si tratta. I paesi Asean sono alle prese col difficile compito di rilanciare le proprie economie duramente colpite dal Covid: obiettivo ora minacciato dagli effetti collaterali della guerra in Ucraina. Per questo sperano di poter approfondire la cooperazione soprattutto sul versante commerciale, più che securitario.

Biden giocherà in tal senso la carta del nuovo Indo-Pacific Economic Framework, che aggiunge il capitolo degli investimenti a una strategia regionale altrimenti percepita come puramente strategica e volta al contenimento della Cina.

Ombrello sotto il quale il Sud-Est asiatico ha già dimostrato di non voler cercare riparo, sia non rispondendo alla tentata campagna di arruolamento di Trump nell’estate del 2020 in merito alle dispute territoriali nel mar Cinese meridionale sia evitando qualsiasi forma di adesione a piattaforme come il Quad. Washington presenta la nuova cornice economica come un modo per aumentare la cooperazione commerciale e i suoi investimenti nella regione, garantendo la possibilità di diversificazione rispetto alla Belt and Road cinese. Bisognerà però capire come la proposta verrà percepita dai paesi Asean, che hanno per ora in larga parte evitato di seguire la linea Biden non solo sulla Cina ma anche sulla guerra in Ucraina.

Solo Singapore ha adottato sanzioni nei confronti di Mosca, gli altri governi sono stati molto più timidi. Ma proprio di guerra in Ucraina vorrà parlare Biden, nel tentativo di sollecitare i partner regionali ad assumere una posizione più netta su Mosca. Prevedibili nuove pressioni soprattutto sulla Cambogia, presidente di turno dell’Asean e tradizionalmente molto vicina a Pechino, e sull’Indonesia, alla quale verrà ribadita la richiesta di escludere Vladimir Putin dal G20 di Bali.

Si parlerà anche di Myanmar, altro tasto dolente dopo che Blinken ha ufficialmente definito la repressione dei Rohingya come «genocidio», mettendo all’angolo la postura diplomatica portata avanti dai vicini di casa della giunta militare birmana. Tra le nuove incognite di un rapporto già di per sé complesso c’è anche la vittoria di Ferdinand Marcos Jr. alle elezioni presidenziali nelle Filippine. Condannato a una pesante multa negli Usa in seguito a una class action contro le violazioni dei diritti umani commesse dal padre dittatore, gli analisti prevedono che Bongbong avvicini ulteriormente Manila a Pechino, seguendo la linea tracciata da Raodrigo Duterte e che pareva essere stata accantonata negli ultimi mesi.

Ma l’iperattivismo asiatico di Biden non si ferma qui. Il 20 maggio arriverà in Estremo Oriente con due importanti tappe a Seul e Tokyo. Incontrerà il neo presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, appena insediatosi, stimolando la «giapponesizzazione» della sua politica estera.

Vale a dire, meno timidezza nei confronti della Cina e avvicinamento a tutte le iniziative americane in Asia, a partire dal Quad. Proprio la piattaforma quadrilaterale sarà poi protagonista del summit in terra giapponese. Biden cercherà di serrare le fila con i partner Giappone, Australia e soprattutto India, la più recalcitrante a seguire Washington sulla condanna della Russia. È stato già reso noto che al vertice si parlerà anche di Taiwan, dove ieri è transitata per la terza volta nel 2022 una nave militare americana. In Ucraina si starà anche combattendo, ma intanto in Asia l’intensità delle manovre continua ad aumentare.