Polonia, dietro la scelta di Duda la riforma della giustizia
La mossa del Pis Affidando l’incarico di formare il governo al premier uscente Morawiecki, che non ha i numeri, il presidente prende tempo mentre lavora sottotraccia per legalizzare i «neogiudici» del Consiglio nazionale della magistratura (Krs), eletti direttamente dal potere politico
La mossa del Pis Affidando l’incarico di formare il governo al premier uscente Morawiecki, che non ha i numeri, il presidente prende tempo mentre lavora sottotraccia per legalizzare i «neogiudici» del Consiglio nazionale della magistratura (Krs), eletti direttamente dal potere politico
Il governo della destra populista di Diritto e giustizia (Pis) è alle corde ma punta lo stesso a riformare in extremis la giustizia. I liberali di Piattaforma civica (Po), così come i centristi Trzecia droga (Terza via) e Lewica (Sinistra) non sembrano particolarmente sorpresi dalla decisione, annunciata lunedì sera dal presidente polacco Andrzej Duda, di affidare l’incarico di formare un governo al premier uscente Mateusz Morawiecki, anch’egli espressione del Pis.
«Non capisco perché il presidente voglia sottoporre il proprio partito a un’umiliazione», ha commentato il leader di Po ed ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. A lui, con ogni probabilità, l’incarico di formare un governo che avrebbe i numeri grazie a Terza via e a Sinistra, il tutto avverrebbe a metà dicembre nella peggiore delle ipotesi.
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Senza maggioranza ma con l’incarico: in Polonia torna MorawieckiIntanto Duda sta lavorando sottotraccia e alla chetichella per legalizzare i «neogiudici» del Consiglio nazionale della magistratura (Krs), eletti direttamente dal potere politico negli ultimi anni. Per il partito di Jarosław Kaczynski si tratta di una vera e propria priorità. Al punto che l’obiettivo era stato reso noto qualche ora prima che Duda facesse in televisione il nome di Morawiecki. Ma per puntellare l’incarico dei neogiudici il presidente ha bisogno di invalidare una sentenza della Corte suprema polacca del gennaio 2020 che mette in discussione lo status dei nuovi magistrati scelti tra i banchi del Sejm, la camera bassa del parlamento polacco.
E qui che entra in gioco il decreto di Duda che prevede la partecipazione del 50% dei membri della Corte suprema o di una delle sue camere per rendere valido un verdetto, invece dei due terzi richiesti allo stato attuale. Visto che il massimo organo del potere giudiziario in Polonia è composto almeno per la metà di magistrati scelti tra i neogiudici, in questo modo diventerebbe facile invalidare la sentenza che ne contesta nomina e prerogative.
Così facendo Duda renderebbe più difficile al governo che verrà il compito di «deorbanizzare» gli organi della giustizia nel Paese sulla Vistola. Duda lo farebbe anche a costo di ignorare tutte le sentenze delle corti europee a Strasburgo e in Lussemburgo che hanno bocciato negli ultimi anni la composizione del Krs in salsa Pis.
Lunedì il presidente polacco aveva evocato la «buona tradizione parlamentare» per giustificare la scelta di Morawiecki. In verità se il governo prende tempo lo fa un po’ per calcoli politici e un po’ per disperazione. Dopotutto il Pis sembra pronto a tutto per restare aggrappato al potere dopo 8 anni di governo e spera ancora in vano di convincere i deputati della coalizione Terza via di passare da loro parte nelle prossime settimane.
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