Se la radio è artificiale
Il caso Programmazione affidata all’Ai, al posto dei conduttori avatar: dopo le polemiche, e i licenziamenti, l’emittente pubblica polacca ha concluso l’esperimento. Restano mille dubbi
Il caso Programmazione affidata all’Ai, al posto dei conduttori avatar: dopo le polemiche, e i licenziamenti, l’emittente pubblica polacca ha concluso l’esperimento. Restano mille dubbi
Jakub Zielinski, Kuba per gli amici, ha una bella voce radiofonica, dalla dizione pulita. Sa prendersi le giuste pause e pronuncia alla perfezione i nomi di artisti come Kendrick Lamar e A Tribe Called Quest. Kuba parla il minimo necessario, fra un pezzo di elettronica e un remix rap, con un timbro che pare appartenere a un esperto conduttore più che a un ventiduenne studente di Ingegneria acustica, come recita la sua biografia. Il titolo del suo programma significa Laboratorio del suono e va in onda da mezzogiorno all’una ogni domenica. È trasmesso online da Off Radio Kraków, sezione rivolta ai giovani di una delle 17 emittenti pubbliche regionali polacche, Radio Cracovia.
Gli ascoltatori di Off Radio Kraków sono moltiplicati di centinaia di volte da quando vi trasmettono Emi, Kuba e Alex Marcin Pulit, liquidatore e “caporedattore”
Emilia Nowak, detta Emi, è un’aspirante giornalista appassionata di cinema indipendente, moda, cultura e musica pop. Domenica pomeriggio, tre ore – e decine di canzoni trasmesse in automatico – dopo il programma di Kuba tocca a lei con Emi na fali (Emi in onda). La sua voce è elegante, leggermente arrochita, insolita per una ragazza appena ventenne, ma che già padroneggia i tempi radiofonici senza esitazioni. Anche questa trasmissione, come la precedente, non prevede interazioni con gli ascoltatori.
Emi e Kuba sono due dei tre nuovi redattori di Off Radio Kraków. Assieme a loro vi è il ventitreenne Alex Szulc, ex studente di Psicologia impegnato nel sociale e interessato a tematiche queer. Tre giovani dall’aria dinamica e dai molteplici interessi, che sembrano fare radio da sempre. Dal 22 ottobre scorso, i programmi condotti e curati da Emi, Kuba e Alex vanno in onda dal lunedì al venerdì e la domenica, mentre alcuni loro articoli sono già sul sito della stazione radio.
PECCATO CHE EMI, Kuba e Alex non esistano. Sono conduttori creati dall’intelligenza artificiale, tre avatar scelti per rappresentare altrettanti giovani della generazione Z. Gli occhiali dalla montatura viola e il sorriso di Emi, al pari dei muscoli e degli occhi verdi di Kuba, così come l’espressione intensa e il ciuffo spettinato di Alex sono frutto dell’IA. Persino le loro voci e i concetti che esprimono in onda sono artificiali, creati grazie alle istruzioni fornite da esseri umani. A differenza di redattori tradizionali, Emi, Kuba e Alex non vanno mai in malattia, non possono scioperare, né esprimere critiche ai loro editori o dimettersi. E soprattutto lavorano gratis. Tutte le loro trasmissioni sono introdotte dal messaggio, in polacco: «Programma ideato dall’intelligenza artificiale».
UNA PROVOCAZIONE? Un metodo per tagliare i costi? Oppure un possibile, inquietante, futuro per la radio? Tutte e tre le cose assieme, ma anche un modo per fare parlare di sé, che sta funzionando benissimo. Lo dimostra anche il primo articolo pubblicato online da Emi Nowak. Si tratta di un’intervista esclusiva alla poetessa polacca Wisława Szymborska, Nobel per la Letteratura 1996, per commentare l’assegnazione del medesimo premio, quest’anno, alla sudcoreana Han Kang. Un’intervista due volte impossibile poiché Szymborska è morta dodici anni fa e perché l’intero dialogo con Emi è generato dall’IA.
SECONDO QUANTO pubblicato sul sito di Off Radio Kraków da Marcin Pulit, che si presenta come “caporedattore”, Emi, Kuba e Alex sono «un esperimento» e «il nostro contributo al dibattito sui vantaggi e sui rischi posti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale». Va specificato che l’autore del post è una persona reale nonché, in realtà, il liquidatore incaricato di ridurre i costi gestionali dell’emittente pubblica regionale e della sua sezione Off. Fra il 2011 e il 2016 Pulit è stato presidente di Radio Cracovia. Venne rimosso per via di una legge sui media voluta dal precedente governo del centrodestra populista e in seguito dichiarata incostituzionale. A gennaio, quando è tornato a decidere il futuro dell’emittente, nelle nuove vesti di liquidatore, ha dichiarato che i conti sono «i peggiori fra tutte le 17 stazioni regionali pubbliche», aggiungendo che: «La priorità è stabilizzare la situazione finanziaria e garantire una programmazione di qualità e affidabile, per assicurare che la missione della radio pubblica continui».
Quanto a Off Radio Kraków, in onda dal 2015, intervistato dal quotidiano Gazeta Wyborcza la settimana scorsa Pulit assicura che i suoi ascoltatori «sono moltiplicati di centinaia di volte» da quando vi trasmettono Emi, Kuba e Alex. Dimentica di precisare che i tre hanno sostituito colleghi in carne e ossa, divenuti un ramo da tagliare per far quadrare i conti: una dozzina fra conduttori, redattori e tecnici del suono licenziati a settembre, per dare spazio ai loro sostituti artificiali. Uno dei dipendenti lasciati a casa, Mateusz Demski, non ci sta e ha creato una petizione online in cui chiede di interrompere «un esperimento condotto a scapito di persone reali» e che Off torni com’era. Nel momento in cui scriviamo è ancora online e sinora ha raccolto circa 23mila firme.
LUNEDÌ 29 OTTOBRE arriva il colpo di scena. Il liquidatore-caporedattore annuncia che il progetto IA verrà interrotto dopo una sola settimana, a seguito delle osservazioni e delle opinioni ricevute. Pulit, inoltre, corregge il tiro in extremis sostenendo che l’esperimento era destinato a durare tre mesi al massimo sin dal principio. I redattori artificiali Emi, Kuba e Alex vengono congedati e le loro biografie e pagine dei programmi sono già sparite dal sito di Off. Tuttavia, nessun reintegro è previsto per Mateusz e i suoi colleghi licenziati a settembre. L’emittente online torna a trasmettere soltanto musica, senza programmi affidati a conduttori reali o virtuali. Nonostante la sua repentina interruzione, il breve esperimento di Off ha mostrato una minaccia concreta alla radio, ma anche alla libertà di stampa. Ha evidenziato una realtà in cui conduttori o redattori sgraditi possono essere rimpiazzati da altri creati ad hoc per ridurre i costi oppure per circondarsi di voci e opinioni artificiali organiche alla linea di un editore o di un governo.
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