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Ai, voci «sfruttate» e senza autorizzazione

Ai, voci «sfruttate» e senza autorizzazione

Maboroshi Il mondo dei doppiatori giapponesi è in stato di allerta a causa dell’aumento di casi di intelligenza artificiale generativa utilizzata per scopi non leciti

Pubblicato 3 giorni faEdizione del 25 ottobre 2024

Il mondo dei doppiatori giapponesi è in stato di allerta a causa dell’aumento di casi di intelligenza artificiale generativa utilizzata per la produzione di voci, e per un senso di generale preoccupazione verso quello che si sta profilando all’orizzonte nel settore. Si tratta di un senso di pericolo rispetto alla propria professione avvertito specialmente dai doppiatori attivi nel campo degli anime e dei videogiochi, i cosiddetti seiyu, artisti che in alcuni casi, particolarmente quando sfondano anche nel campo musicale, assumono lo status di vere e proprie star. Con più di un centinaio di scuole specializzate sparse lungo l’arcipelago, la maggior parte delle quali nei grandi agglomerati urbani, il lavoro del doppiatore non è sempre però rose e fiori. Come nel resto del mondo lavorativo giapponese, specialmente quello dello spettacolo, per i pochi che hanno successo, ce ne sono molti che si arrangiano alla meno peggio e che sperano in una scalata verso il successo.
Questa situazione potrebbe peggiorare ulteriormente a causa dell’utilizzo di programmi AI che a lungo termine andrebbero a togliere il lavoro ai doppiatori, almeno questa è la preoccupazione espressa un paio di mesi fa dall’Art Workers Japan, un’associazione dei lavoratori dello spettacolo dell’arcipelago.

IL PUNTO cruciale della questione è stato enunciato però solo nei giorni scorsi da un gruppo di ventisei doppiatori tra i più popolari che hanno deciso di prendere l’iniziativa creando No More Mudan Seisei AI ! (Basta con l’intelligenza artificiale generativa non autorizzata!). Attraverso la formazione del gruppo questi artisti hanno lanciato una serie di video online che denunciano l’uso dell’intelligenza artificiale per scopi illegali, ma che si propongono anche di aprire la discussione su un tema sempre più pressante nell’industria di cui fanno parte.
Quello che i portavoce di questo gruppo hanno sottolineato è la loro preoccupazione verso l’uso non autorizzato delle loro voci da parte dell’intelligenza artificiale generativa nel copiare e riprodurre le voci per fini commerciali. Negli ultimi tempi infatti, molti di questi artisti si sono imbattuti in brani letti e canzoni cantate con le loro voci di cui non erano a conoscenza, registrazioni caricate su internet e spesso messe in vendita senza il loro consenso.
Qui il termine da sottolineare e quello che lo stesso gruppo ha cercato di evidenziare è «senza consenso e autorizzazione». Si tratta cioè dello sfruttamento del lavoro e del talento dei singoli, lavoro che non è retribuito e che va invece ad arricchire le solite aziende tech.

A RIBADIRE questa importante posizione contro l’abuso, ma non necessariamente l’uso, di AI, il fatto che la serie di video rilasciata dai ventisei doppiatori arriva circa un mese dopo l’annuncio che Aoni Production, una delle agenzie di doppiatori per anime più importanti, stringerà una partnership con la società di CoeFont per creare versioni AI delle voci di alcuni dei suoi interpreti, per progetti non legati alla recitazione in animazioni o videogiochi.
La posizione dei singoli doppiatori, da quanto si evince dai pochi minuti dei video, sembrerebbe quindi di apertura verso le nuove tecnologie, ma allo stesso tempo di apprensione di come queste possano, se mai sarà possibile, essere regolamentate. Senza considerare che un uso commerciale e massiccio di voci prodotte da intelligenze artificiali potrebbe abbassare il valore, e di conseguenza i compensi, per il loro lavoro. Una situazione che assomiglia sempre più da vicino a quello che sta succedendo nel mondo delle traduzioni di manga.

matteo.boscarol@gmail.com

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