Polonia, a caccia di voti tra minatori e agricoltori
Oggi alle urne Il Pis cerca consensi nel settore minerario, un indotto che vale 500.000 votanti, considerando anche le famiglie degli impiegati del settore
Oggi alle urne Il Pis cerca consensi nel settore minerario, un indotto che vale 500.000 votanti, considerando anche le famiglie degli impiegati del settore
Il Pis punta sui minatori per restare al potere. Almeno 75.000 persone sono impiegate direttamente nel settore minerario. Tuttavia è un indotto che vale molto di più in termini di voti. Si tratta di un lavoro spesso duro e pericoloso ma pagato bene: tredicesima, in alcuni casi quattordicesima e 8 tonnellate di «carbone pregiato» a testa ogni anno, almeno nelle miniere della società statale Polska Grupa Górnicza (Pgg), leader europeo nell’estrazione dell’antracite. Si parla infatti di 500.000 votanti considerando anche le famiglie degli impiegati del settore.
Non è un caso che l’attuale premier Mateusz Morawiecki abbia deciso di candidarsi a Katowice, la capitale industriale della regione Silesia, nel cuore minerario del Paese. Il primo ministro polacco, espressione del Pis, ha promesso anche la creazione di un «Ministero dell’energia polacca» con sede proprio a Katowice. «A causa dei capricci climatici dell’Ue è molto difficile finanziare nuovi progetti», ha dichiarato venerdì Morawiecki glissando sul fatto che proprio per la mancata presentazione di un piano per la riconversione energetica, la Silesia non ha accesso in questo momento agli oltre 2 miliardi di euro del Fondo per una transizione giusta, messi a disposizione da Bruxelles fino al 2027.
In Polonia la popolazione dei docenti è molto più numerosa di quella dei minatori (almeno 500.000 insegnanti. Perché puntare allora su questi ultimi? Gli insegnanti sono sparpagliati in tutta la Polonia mentre la presenza dei minatori e limitata ad alcuni distretti. Una situazione che consentirebbe al Pis di blindare il risultato in alcune circoscrizioni elettorali.
Ad avere un certo peso saranno anche i voti degli agricoltori che potrebbero andare invece ai ruralisti del Partito Popolare Polacco (Psl), parte della coalizione centrista Trzecia Droga (Terza Strada). L’embargo sulle importazioni del grano ucraino, annunciato il mese scorso dalla maggioranza, non è bastato in modo univoco al partito di Kaczynski a riconquistarsi in extremis i favori del settore. I campagna in molti si sono sentiti traditi dal governo, il quale non ha mai voluto rendere noti i nomi delle aziende polacche che più hanno guadagnato dal transito di cereali a basso costo nel Paese sulla Vistola.
Le dimissioni del ministro dell’Agricoltura e dello Sviluppo rurale Henryk Kowalczyk ad aprile scorso e l’antiucrainismo di facciata delle ultime settimane, sbandierato qua e là dal Pis, non sono sembrati sufficienti a ricomporre per intero la frattura coi coltivatori. Pis oppure Psl? In ogni caso le preferenze degli agricoltori alle urne potrebbero avere ancora una volta un peso decisivo nell’esito delle elezioni.
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