Ci rivolgiamo, innanzitutto, al Pd, al M5S, a Verdi-Sinistra presenti in Parlamento affinché prendano una significativa iniziativa unitaria per la trattativa di pace. La guerra in Ucraina si fa sempre più tragica per la sua popolazione, per tutti i giovani militari, ucraini e russi, e minacciosa per la pace in Europa e nel mondo.

A un anno e più dal suo inizio con l’aggressione di Putin, la cui condanna riconfermiamo nettamente, la situazione è dominata da un’incessante escalation di armi e minacce perfino nucleari. L’Unione europea dal canto suo si è limitata, sul piano militare, a fornire armi all’Ucraina e a mettersi strategicamente nelle mani degli anglo-americani e della Nato la cui estensione scervellata nell’Est europeo negli anni passati ha favorito la ripresa del nazionalismo russo. La stessa cosa sta facendo il governo italiano di destra in nome di un oltranzismo atlantico sempre più divergente dagli interessi veri dell’Europa.

Come affermato dai promotori della marcia straordinaria per la pace Perugia-Assisi del 24 febbraio scorso “la politica deve riconoscere che è interesse degli ucraini, ma anche dei russi e nostro, che la guerra finisca al più presto e che si cominci a costruire la pace con ‘soluzioni concordate, giuste e stabili’”. Ma, per ora, sul piano diplomatico, nel novero delle proposte avanzate dalle grandi potenze c’è solo un piano cinese che si esplica in 12 punti di principio.

Tutti, nel campo ‘progressista’ della variegata sinistra − e non solo −, dicono che sulla guerra in Ucraina c’è bisogno di un’iniziativa diplomatica per la pace. Ma questa volontà conclamata non prende unitariamente corpo in Parlamento. Assistere all’ultima discussione parlamentare, conclusasi con una maggioranza di destra compatta anche nel voto concernente l’Ucraina, contrapposta a un campo progressista e pacifista diviso e frantumato, è stato penoso.

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Tanto più che in ogni mozione di Pd, M5s, Sinistra-Verdi si invitava il governo a sollecitare l’Europa a prendere un’iniziativa diplomatica volta alla trattativa e alla pace. Siamo consapevoli che sull’invio di armi all’Ucraina ci sono opinioni discordi, anche fra i ‘progressisti’, i quali, però, hanno più volte concordemente manifestato la volontà che l’Europa faccia sentire la sua voce, finora assente, per il compromesso, la trattativa e la pace.

Come sempre, specialmente a sinistra, occorre mettere l’accento sulle cose che uniscono e non su quelle che dividono. È necessario e urgente che i progressisti e i pacifisti italiani si facciano promotori in parlamento e nel paese di una posizione unitaria che concretizzi la conclamata e condivisibile esigenza pacifista di non lasciare solo la parola alle armi. Nel parlamento italiano e nell’europarlamento.

In tal senso il piano cinese va valutato e utilizzato seriamente nel suo complesso, a cominciare dal primo punto là dove si dice: “Rispettare la sovranità di tutti i paesi. Il diritto internazionale universalmente riconosciuto, compresi gli scopi e i princìpi della Carta delle Nazioni Unite, deve essere rigorosamente osservato”; al punto2: “Tutte le parti dovrebbero …. contribuire a creare un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile”; e al punto 3: “Sostenere la Russia e l’Ucraina” per “riprendere il dialogo diretto il più rapidamente possibile” e per “raggiungere infine un cessate il fuoco globale.”

È ora che la variegata sinistra progressista passi dalle petizioni di principio sulla necessità dell’iniziativa diplomatica a posizioni e proposte concrete e unitarie. Nell’interesse della pace e della sicurezza degli ucraini, dei russi e di tutti gli europei.
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Primi firmatari
Con Luciana Castellina e AldoTortorella, hanno firmato (in ordine alfabetico): Adriana Buffardi, Celeste Ingrao, Pasqualina Napoletano, Piero Bevilacqua, Carmelo Caravella, Eduardo Aldo Carra, Giulio De Petra, Sergio Gentili, Giorgio Mele, Sandro Morelli, Corrado Morgia, Aldo Pirone, Battista Sangineto, Enzo Scandurra, Vincenzo Vita.