Mentre scriviamo non sono ancora arrivati i risultati definitivi dai seggi distribuiti su tutto il territorio nazionale, ma la lista Pace terra dignità, lanciata da Michele Santoro e Raniero La Valle insieme a Rifondazione comunista, è lontana dal quorum nazionale del 4%. A questo punto non ci sono speranze che riesca a superarlo.

Il dato parziale inchioda l’esperimento pacifista intorno al 2,3%, a più di un punto e mezzo di distanza dallo sbarramento che secondo la legge elettorale nazionale per le elezioni europee bisogna superare per mandare gli europarlamentari a Strasburgo.

Il recupero sperato fino agli ultimi giorni non c’è stato, nonostante un buon numero di voti che, secondo molti sondaggisti, sarebbero stati strappati soprattutto all’area di elettorato vicina al Movimento 5 Stelle sulla rivendicazione netta della pace.

La lista era presente in tutte le circoscrizioni, dopo la vittoria nei ricorsi contro l’iniziale esclusione per problemi burocratici a Nord-Ovest e nelle Isole. La percentuale maggiore è stata ottenuta al centro con il 2,7%, mentre quella più bassa al sud con l’1,8%.

Nella classifica dei non eletti Pace terra dignità, lista formata da pochi mesi, si è posizionata meno di un punto sotto Azione-Siamo europei, il partito di Carlo Calenda, e a un punto e mezzo da Stati uniti d’Europa, l’altra formazione centrista, che ha riunito il gruppo di Matteo Renzi e i Radicali. Sono loro i primi tra i non eletti, fermi al 3,5%.

«Evidentemente il no alla guerra non è la discriminante che polarizza l’elettorato. Pace terra dignità esce sconfitta da una giusta lotta», ha commentato il segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo.