Giorgia Meloni foto Ansa
Giorgia Meloni – Ansa
Politica

Ora la priorità di Meloni è separare le carriere

Cronache di governo In tv da Vespa, furiosa con le toghe
Pubblicato circa 11 ore faEdizione del 31 ottobre 2024

Soddisfattissima per i risultati liguri, nonostante la flessione del suo partito, Giorgia Meloni carica a tutto campo. Da Vespa gioca in casa e mena fendenti contro i nemici di turno: Cgil e Uil, che hanno «un piccolissimo pregiudizio» e la magistratura tornata a essere la bestia nera come ai bei tempi di re Silvio. Sui sindacati l’ospite, gentile, le tira la volata: «Proprio nel giorno in cui Mattarella esalta l’economia italiana Cgil e Uil proclamano lo sciopero. Come se lo spiega?». Ma che domande, «non stanno sul merito: tutto quello che chiedevano nella manovra c’è, persino il contributo delle banche». Ma Meloni ne ha anche per Stellantis: «Elkann ha mancato di rispetto al parlamento».

Se non stanno sul merito i confederali, figurarsi le toghe. Stavolta la presidente è proprio avvelenata: «Il ricorso del tribunale di Bologna è un volantino propagandistico. Di questo passo sarò io a chiedere che gli immigrati non possano più sbarcare qui perché questo non è un Paese sicuro». Furore ma anche, immancabile, il vittimismo: «I centri in Albania funzioneranno, sono la chiave di volta. C’è tanta aggressività perché la strategia del governo sta funzionando. Vogliono impedirci di mettere un freno all’immigrazione irregolare». Se sono così aggressivi i paladini dell’immigrazione, leggi opposizione e magistrati, figurarsi i trafficanti: «Mi hanno minacciata di morte».

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L’irritazione contro i magistrati che tirano a rovinarle il giocattolo albanese non si riflette solo nelle parole di fuoco ma anche nelle più corpose scelte politiche. La premier ha tirato il freno a mano sul premierato per andare a tavoletta sulla separazione delle carriere, con l’obiettivo di arrivare al referendum a fine 2025 o inizio 2026. Regolare i conti con la magistratura in questo momento ha la priorità sull’elezione diretta, anche perché il nodo della legge elettorale la maggioranza non ha idea di come scioglierlo: una legge più favorevole di questa non si trova e forse non c’è, vedi mai convenisse votare con detta legge e varare il premierato dopo aver rivinto. Non significa che il premierato possa essere messo da parte: «Se non approfitto della stabilità di questo governo per cambiare le cose, che ci sto a fare?». Ma lo showdown con le toghe verrà probabilmente prima, con il referendum che assumerà necessariamente un carattere generale. Nordio dice chiaramente di auspicarlo.

La premier conferma: «Noi siamo sempre pronti per il voto dei cittadini». Con l’opposizione la premier, alla prima uscita post Liguria, è meno tagliente del solito. Il peana c’è tutto: «In 12 elezioni tra regioni e province autonome il centrodestra ne ha vinte 11, alle europee ha pure prevalso: un’idea di dove è la maggioranza degli italiani ce la siamo fatta». Però non infierisce, anche perché del Pd in questo momento ha bisogno e non lo nasconde: «Il Pse dice che non accetta la vicepresidenza della Commissione per Fitto. Escludo che sia la linea del Pd ma escludo anche che il Pse possa prendere una posizione senza sentire la delegazione italiana, la più numerosa». Insomma, Schlein si facesse sentire e se il problema è effettivamente spinoso per la segretaria del Pd conviene comunque non calcare troppo la mano quando si chiede un aiutino.

Sui “dossieraggi”, uno dei suoi cavalli di battaglia, Meloni è sobria. Lucida quando parla dei furti di informazioni, «come un tempo si svaligiavano gli appartamenti per vendere la refurtiva adesso si fa lo stesso con le banche dati». Ma attenzione, «il problema non sono gli hacker ma i funzionari infedeli e i loro superiori che non controllano: con questi bisogna essere implacabili». La sovranista conclude assicurando che la vittoria dell’omologo americano, Trump non la preoccuperebbe. Cose che si dicono; con Biden era una pacchia, con Trump chissà. Ma per ogni evenienza è già corsa ai ripari, anche se questo in tv non può dirlo: l’amico comune Musk, se del caso, sarà più che utile.

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