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Olga Gerovasili: «Bene il modello del Nfp francese, ma a Syriza serve un programma»

Olga Gerovasili: «Bene il modello del Nfp francese, ma a Syriza serve un programma»Olga Gerovasili – Getty images

Grecia La deputata e ex ministra risponde al leader del partito Kasselakis in vista del Congresso statuario di ottobre: «Perché una cooperazione progressista abbia successo, deve fornire risposte su come ridurre i prezzi dall’energia agli affitti, su come rafforzare la sanità e affrontare la crisi climatica»

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 8 agosto 2024

Se l’estate è il tempo della semina, il raccolto di questo autunno si annuncia burrascoso per Syriza. Il partito si prepara al Congresso statuario dal 4 al 6 ottobre, con il rischio che si trasformi in una resa dei conti tra il presidente Stefanos Kasselakis e l’ala dissidente. Eletto quasi un anno fa, dopo un passato da operatore finanziario e imprenditore negli Stati Uniti, Kasselakis può vantare finora un deludente 14,9% alle europee. Negli ultimi mesi ha dichiarato che «la Nato è una sacra alleanza difensiva» e che patria-dio-famiglia sono temi da non lasciare alla destra, e i suoi detrattori lo attaccano definendolo «poco credibile», senza tuttavia sfruttare lo scontro per alimentare il dibattito sul ruolo di Syriza, da tempo in difficoltà.

Olga Gerovasili, deputata e ex ministra, era stata scelta come sua sfidante alle primarie di marzo, invocate da Alexis Tsipras per rimettere in discussione il neo presidente e poi ritirata quando il partito ha scelto di rimanere ‘compatto’.

Da quando Kasselakis è stato eletto, il dibattito politico sembra rimanere sullo sfondo e Syriza dà l’impressione di limitarsi a contendere il potere al ‘corpo estraneo’ del suo leader. Eppure gli argomenti per combattere uno dei peggiori governi di destra ci sarebbero…

È vero che c’è un ampio spazio per un’opposizione efficace ed è quello che i cittadini ci chiedono di fare. Pochi giorni fa il governo di Nea Dimokratia ha approvato una legge che smantella le strutture di salute mentale e di riabilitazione. Inoltre, dati recenti hanno mostrato che ogni anno 1,6 milioni di lavoratori in Grecia non possono prendere le ferie. Per tutti questi problemi, stiamo facendo un lavoro molto serio. I disaccordi interni esistono in partiti plurali e democratici, e il ruolo della leadership è fondamentale per fare sintesi e superarli.

In un intervento sul ‘manifesto’, Kasselakis ha scritto che il Nuovo fronte popolare in Francia «ha mostrato la strada». Dopo le europee si è detto pronto a candidarsi alla leadership di un’alleanza di un ipotetico centro-sinistra ellenico. Vorrebbe dire una coalizione con i socialisti del Pasok, che nel primo mandato di Mitsotakis hanno votato in parlamento il 70% delle proposte della destra.

Non so se la cooperazione sia possibile, ma è necessaria. Syriza, nell’ultima decisione del Comitato centrale, ha sottolineato che sarà la forza trainante per una cooperazione elettorale progressista. Vi sono differenze tra Grecia e Francia, ma il Nfp ha mostrato come lo spazio progressista possa vincere quando supera le divisioni. Naturalmente, perché la cooperazione abbia successo, deve basarsi su un programma opposto alla destra. Dobbiamo fornire risposte su come ridurre i prezzi dell’energia, dei generi alimentari e degli affitti, su come rafforzare il Sistema Sanitario Nazionale e rendere il Paese resiliente alla crisi climatica.

Lei si è scontrata duramente con Kasselakis. Crede che il congresso si trasformerà in una resa dei conti con il rischio di una nuova scissione?

Non sto cercando un conflitto, sto dando la mia opinione su come evitare gli errori, basandomi sull’esperienza. Ho sempre creduto che le diverse prospettive siano una ricchezza della quale la leadership deve servirsi per prendere migliori decisioni. Affinché il nostro Congresso sia utile dobbiamo sapere presto su quali basi discuteremo. All’ultimo Comitato centrale abbiamo sentito da Kasselakis solo idee astratte e non proposte, alle quali attualmente non sembra intenzionato a dedicarsi. Nell’immediato futuro lavoreremo intensamente per avere un quadro più chiaro. Non vogliamo una scissione: c’è la volontà di unire le forze.

In effetti Kasselakis ha accennato all’idea di modifiche allo statuto per un partito più centralizzato: è davvero questo il problema di Syriza, la mancanza di coordinamento?

Siamo preoccupati per il funzionamento del partito perché riconosciamo che c’è una crisi di rappresentanza politica. Stiamo cercando nuovi metodi di organizzazione che favoriscano la partecipazione di più cittadini. Già due anni fa abbiamo apportato importanti modifiche, come l’elezione del presidente da parte degli iscritti. Vogliamo fare di più, ma dobbiamo sapere quali sono le proposte specifiche che discuteremo.

Nell’intervento sul ‘manifesto’, Kasselakis ha scritto che la scelta dei progressisti europei di abbracciare l’ideologia del neoliberismo è stata «un errore strategico». Secondo gli elettori greci sfiduciati, però, è dal ‘trauma’ del referendum del 2015 che Syriza si è trasformata in un partito di centrosinistra che accetta il paradigma neoliberista.

No, non credo che siamo scesi a compromessi perché abbiamo impedito l’uscita dall’eurozona, che avrebbe portato a un violento impoverimento di tutti. Né Syriza è diventato un partito meno di sinistra perché ha scelto di combattere per gli interessi del popolo da posizioni di governo. Abbiamo portato il Paese fuori dai memorandum, regolato il debito pubblico, ridotto i tassi di povertà, rafforzato il sistema sanitario nazionale, promosso la pace nei Balcani con l’accordo di Prespa.

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