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Syriza cerca un leader, sfiduciato Kasselakis

Syriza cerca un leader, sfiduciato KasselakisStefanos Kasselakis – Ap

Grecia Con 163 sì e 120 no, il comitato centrale del partito vota contro l’imprenditore milionario. Che accusa: «Traditori». Entro gennaio verrà organizzato il congresso straordinario per presentare i candidati alle nuove primarie

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 10 settembre 2024

Se l’ascesa dell’imprenditore milionario Stefanos Kasselakis alla guida del partito della sinistra greca aveva lasciato basiti gli elettori storici e la maggior parte del gruppo dirigente, la svolta di fine estate annunciata domenica scorsa passerà alla storia come un inedito assoluto nelle alterne vicende dei partiti politici in Grecia: con 163 voti a favore e 120 contrari, il comitato centrale di Syriza ha votato la sfiducia al suo leader Kasselakis, eletto poco meno di un anno fa. Non era mai successo che un presidente di partito venisse sfiduciato in così poco tempo. Quanto si poteva leggere sui volti di chi si aggirava tra i corridoi dell’albergo dove è avvenuta la votazione: la soddisfazione, di molti, e un discreto, malcelato sgomento, di altri.

LA MOZIONE di sfiducia portava la firma di 87 dissidenti – molti considerati vicini a Tsipras, come l’ex ministra Olga Gerovasili – che hanno denunciato in una lettera «la responsabilità del presidente, che ha trasformato Syriza da partito della sinistra radicale, aperto alla società e polo di governo progressista, in un partito caricaturale con sfumature di destra».

Si conclude così, con una rovinosa calata di sipario, il primo atto e forse l’opera completa della parabola politica di Kasselakis, messo da primarie aperte, a sorpresa, il 24 settembre 2023, al timone di un partito in profonda crisi, dopo le dimissioni di Alexis Tsipras sollecitate dall’ennesima sconfitta alle urne nazionali. Dopo la sfiducia, Kasselakis – camicia scura in tinta con l’espressione del volto – ha preso la parola per dirsi «liberato, poiché tutti hanno visto l’ostruzionismo di cui sono vittima dal primo giorno in cui sono stato nominato».

Il leader dimissionario ha accusato «la burocrazia di partito» di avere agito contro la volontà della base che lo aveva scelto e ha puntato il dito verso i «traditori» che gli si sono rivoltati contro nel segreto dell’urna, paragonandoli agli uomini dal volto coperto che durante la Seconda guerra mondiale collaboravano con gli occupanti nazisti («vergogna», alcuni hanno gridato in risposta dagli spalti dell’assemblea).

IL TANTO AUSPICATO «sogno ellenico» che questo giovane in camicia bianca, cresciuto negli Stati Uniti e formatosi da Goldman Sachs voleva esportare in Grecia una volta eletto, sembra sfumare in un incubo di mezza estate dal quale la vecchia guardia del partito spera di potersi ridestare, dopo scontri che avevano portato anche a una scissione, appena 50 giorni dopo la vittoria alle primarie, e alla nascita di Nea aristerà (Nuova sinistra).

L’ULTIMO BASTIONE di Kasselakis è caduto quando il deputato di Syriza Pavlos Polakis, ai ferri corti con il presidente nonostante fosse tra gli esponenti della vecchia guardia che lo avevano sostenuto un anno fa, si è detto pentito della scelta.

Il deludente risultato alle europee, il 14,9%, aveva accelerato la resa dei conti, e nelle ultime settimane Kasselakis aveva esacerbato lo scontro con l’opposizione interna mettendo in campo una serie di iniziative: la proposta di cambiare il nome del partito in “Coalizione della sinistra moderna” (mentre Syriza sta per “Coalizione della sinistra radicale”); l’allusione sui social a non specificati «soldi riciclati» che il partito avrebbe ricevuto nelle proprie casse e che lui si impegnava a non accettare più; la chiusura dello storico giornale di Syriza, Avgi, per mancanza di fondi; diversi post pubblicati quando si trovava in viaggio negli Stati Uniti, nei quali chiedeva a Tsipras di smettere di «minare» dalle retrovie la sua leadership.

«Kasselakis esprime posizioni che non sono le nostre», ha riassunto l’ex ministro Christos Spirtzis, rievocando gli scivoloni più famosi del leader sfiduciato, come quando ha dichiarato che la Nato rappresenta una «sacra alleanza difensiva».

ORA, IN BASE ALLO STATUTO, verrà organizzato un congresso straordinario, tra la metà di ottobre e i primi di gennaio, per presentare i candidati alle nuove primarie, in un periodo turbolento se si tiene conto che anche i socialisti del Pasok, a inizio ottobre, eleggeranno il nuovo leader con il compito di soffiare a Syriza il ruolo di primo partito dell’opposizione.

Kasselakis non ha finora annunciato la prossima mossa, – «riferirò, a suo tempo, al popolo di Syriza» è stato il suo commento laconico – mentre Polakis è ad oggi l’unico ad aver già ufficializzato la propria candidatura. Gli occhi di molti sono fissi sull’ex ministra Olga Gerovasili e la segretaria di Syriza Rania Svigkou, possibili candidate. In tanti dirigenti resta l’amarezza di un anno volato via come un brutto sogno, le cui responsabilità non possono essere circoscritte solo al ruolo del presidente sfiduciato.

«La fulminea ascesa di Kasselakis, e la sua altrettanto rapida caduta sono il bollettino medico di un partito che non gode più di buona salute» commenta un funzionario di partito. «Dobbiamo rimediare all’errore storico della elezione di un corpo estraneo, riconoscendo anche le nostre responsabilità».

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