Europa

Kasselakis lascia Syriza, farà un nuovo partito

Atene, Stefanos KasselakisAtene, Stefanos Kasselakis – Yorgos Karahalis /Ap

Grecia Sinistra radicale in crisi, il 24 novembre le primarie. L’ex leader sfiduciato pronto alla causa contro gli ex suoi per le «calunnie» sulla dichiarazione dei redditi

Pubblicato un giorno faEdizione del 12 novembre 2024

Un partito che prenda il testimone della «sinistra democratica greca», ma «aperto alla destra» che crede nella «giustizia collettiva». Con questo manifesto, più simile a un rebus, Stefanos Kasselakis, il leader sfiduciato di Syriza, ha abbandonato il partito e ha annunciato la nascita di un nuova formazione politica, ancora senza nome, dal nuovo quartiere generale allestito in tutta fretta nel sobborgo di Tavros, a sud di Atene.

La svolta è arrivata sabato, mentre Syriza, orfana di un leader, era impegnata nel turbolento congresso che ha approvato le candidature per le primarie (indette per il 24 novembre).

Gli argomenti a disposizione di Kasselakis per sbattere una volta per tutte la porta dietro di sé non mancavano: sfiduciato lo scorso settembre dal comitato centrale, il successore di Tsipras era stato escluso dalla corsa alle primarie e aveva protestato per la «deriva autoritaria» del partito. Lamentando l’esclusione mirata dei suoi delegati dal congresso, ha paragonato l’evento alle elezioni nazionali del ’61, segnate dalla violenza e dalle frodi che hanno fatto precipitare pochi anni dopo la Grecia nella dittatura fascista; l’ultima di una serie di affermazioni sproporzionate alle quali il politico 36enne si è abbandonato più volte.

Il vero motivo della rottura rimane un altro: Kasselakis, l’ex operatore finanziario di Goldman Sachs venuto dall’America, che aveva visto in un partito smarrito dopo le dimissioni di Tsipras la possibilità di lanciarsi in politica, contando sulle primarie aperte, ha fallito nella auspicata trasformazione di Syriza in un partito «business friendly», consono a una «sinistra moderna», per citarne le parole.

La sua partenza assesta un duro colpo a un movimento politico in equilibrio sempre più precario: quattro parlamentari hanno abbandonato Syriza sulle orme di Kasselakis, altri tre potrebbero seguire l’esempio.

Già quando l’imprenditore venne eletto un anno fa, una prima scissione aveva portato alla nascita di Nea Aristerà, e all’abbandono di 11 deputati (i quali hanno fatto sapere che non torneranno, anche ora che il leader sfiduciato ha imboccato la via d’uscita). Syriza rimane con 31 deputati nel parlamento composto da 300 seggi, gli stessi dei socialisti del Pasok, e rischia di perdere il ruolo di primo partito dell’opposizione e quindi visibilità in Grecia, dove il dibattito politico viene raccontato dai media soprattutto come uno scontro tra i primi due partiti.

Prima dell’abbandono, centinaia di sostenitori di Kasselakis si erano assembrati fuori dal centro del congresso, per provare a interrompere, tra gli spintoni e le proteste, l’evento che si è chiuso con un giorno di anticipo. Dopo i tafferugli, gli ultimi strascichi del divorzio: Pavlos Polakis, uno dei candidati alle primarie, ha sottoposto alla segreteria politica le prove che la dichiarazione dei redditi depositata da Kasselakis, come vuole il regolamento, sarebbe inesatta e che l’ex leader e imprenditore non avrebbe dichiarato il suo presunto coinvolgimento in non meglio precisate società offshore. L’ennesima «calunnia», per Kasselakis, che si è detto pronto a ricorrere ai suoi avvocati per fare causa al partito.

«Assistiamo a un piano di destabilizzazione preparato al di fuori di Syriza» che «farà soltanto gli interessi del Pasok», ha dichiarato Sokratis Famellos, uno dei candidati alle primarie. In molti condividono, tra complottismo e scoramento, l’opinione che, in un anno di leadership, Kasselakis si sia mosso più come agente del caos che come stratega, con il risultato di indebolire Syriza e riportare la Grecia alla classica dicotomia politica tra la destra di Nea Dimokratia e i socialisti del Pasok, abituati a darsi il cambio al governo prima dell’avvento di Tsipras.

I funzionari della vecchia guardia hanno abbozzato una timida esultanza e hanno ribadito che il «piano di Kasselakis» ha fallito. Ma sanno di avere tra le mani i cocci del partito. Alle primarie del 24 novembre si sfideranno quattro candidati: l’ex capogruppo parlamentare Sokratis Famellos, il deputato Pavlos Polakis, l’europarlamentare Nikos Farantouris e l’attore e ex sindaco Apostolos Gkletsos, già candidato con Syriza. I mesi a venire decideranno se, e come, il partito della sinistra radicale riuscirà a rigenerarsi dopo questa crisi.

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