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Elezioni nella Germania dell’Est, la Cdu alza il muro contro l’Afd

Elezioni nella Germania dell’Est, la Cdu alza il muro contro l’AfdCampagna elettorale dell’AfD in Turingia – Ap

Cordone sanitario Il messaggio del segretario del partito, Friedrich Merz, all’ala dei cosiddetti “collaborazionisti” può impedire ai fascio-populisti l’imminente conquista del governo della Sassonia e della Turingia, le cui urne si aprono fra sette giorni

Pubblicato circa un mese faEdizione del 23 agosto 2024

«La Cdu non farà mai un’alleanza con Afd». Il segretario del primo partito tedesco, in testa a tutti i sondaggi sulle elezioni per il rinnovo del Bundestag del 2025, ribadisce l’unica promessa che può impedire ai fascio-populisti l’imminente conquista del governo della Sassonia e della Turingia, le cui urne si aprono fra sette giorni.

In teoria l’assicurazione di Friedrich Merz sulla tenuta del cordone sanitario dei partiti democratici, finora in grado di isolare Afd tanto a livello nazionale quanto locale, sgombera i residui dubbi sollevati dalla miriade di dichiarazioni in senso contrario di non pochi importanti leader della Cdu nei mesi scorsi.

Proprio l’ala dei cosiddetti “collaborazionisti”, sempre più inclini a cedere all’idea dell’appoggio esterno con l’ultradestra nei municipi e nei Land seppure «limitatamente sui singoli provvedimenti da votare», sono i primi destinatari del nuovo altolà di Merz.
«Non abbiamo cambiato idea. La nostra parola sul veto ad Afd è ancora valida. Non ci sarà nessuna convergenza con l’estrema destra» sottolinea il segretario in visita in Turingia per sostenere il candidato governatore Cdu, Mario Vogt.

Saranno anche promesse da campagna elettorale. Tuttavia Merz è perfettamente consapevole dell’importanza vitale dell’attuale partita politica: non solo i democristiani si giocano il governo della Sassonia ora presieduto dal governatore Cdu, Michael Kretschmer, ma oltre ai due Land dell’Est il 22 settembre si voterà anche nel Brandeburgo, altro Stato dell’ex Ddr in cui Afd è il primo partito nei sondaggi con largo distacco sugli altri.

Una paura nera, per la prima volta definita chiaramente con questo colore da Merz nella sua tappa a Erfurt, capitale della Turingia. «Afd è un partito di ultra destra sia a livello nazionale che a livello locale» insiste il leader della Cdu sottolineando l’assoluta mancanza di differenza finora poco chiara all’ala dei “collaborazionisti”.

In Turingia Voigt è indietro 9 punti percentuali dal candidato di Afd nei sondaggi e l’eventualità dell’alleanza proibita si limiterebbe ad accettare l’offerta indecente di alcuni ministeri da parte di Afd qualora vincesse le elezioni.

Da un pezzo la Cdu nella Germania dell’Est non è più il soggetto politico in grado di distribuire le carte ma può solo mantenere l’enorme rendita di posizione ereditata dal ventennio di Angela Merkel: la «ragazza dell’Est», nata e cresciuta fra gli elettori che adesso si rivolgono in massa alla leader di Afd, Alice Weidel.

In compenso la Cdu è rimasta l’azionista di maggioranza del Ppe, dove spicca Forza Italia che il cordone sanitario l’ha stretto ma con la Lega e Fratelli d’Italia. Se Merkel all’epoca della Tangentopoli tedesca poté vantarsi di aver salvato la Cdu rottamando l’ormai impresentabile Helmut Kohl («Non ho fatto fare al mio partito la fine della Dc italiana»), Merz ha la responsabilità storica di evitare di finire come i popolari di Forza Italia diventando una costola più o meno influente di Afd.

Mentre la Francia agli occhi di Merz è il peggiore dei presagi. Il segretario della Cdu non ha la minima intenzione di dare la stura ai fascio-populisti aprendo il vaso di Pandora della destra tedesca. Un messaggio netto, per conoscenza all’attenzione della più importante iscritta alla Cdu che presiede la Commissione europea.

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