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Mobilità, la rivoluzione made in Germany: «Basta con le strade»

Mobilità, la rivoluzione made in Germany: «Basta con le strade»Traffico su un’autostrada del Brandeburgo - foto Ap

Trasporti Sfida nel Brandeburgo: «Mai più altro asfalto, bus e treni ogni ora in ogni borgo», dice il ministro dei trasporti. Che è democristiano

Pubblicato più di un anno faEdizione del 15 luglio 2023

Nessuna nuova strada in costruzione bensì 160 milioni di euro all’anno per le piste ciclabili più il bus o il treno garantito con cadenza oraria in ogni singolo borgo. «Nel futuro prossimo il 65% degli spostamenti dovrà essere effettuato con mezzi pubblici, in bicicletta oppure a piedi» è l’obiettivo del rivoluzionario piano mobilità appena presentato dal governo del Brandeburgo.

Per centrare il target nazionale della neutralità climatica entro il 2045, come nel resto della Germania, ma anche per ridurre al massimo il consumo del suolo del Land ricalibrando la spesa pubblica in nome della «manutenzione dell’esistente anziché espansione del superfluo».

LO SPIEGA di persona il ministro dei trasporti Guido Beermann, accompagnato dai portavoce dell’Adac (l’equivalente dell’Aci) e dell’associazione ambientalista Bund. Tutt’altro che un ambientalista radicale, il ministro brandeburghese è un democristiano doc da sempre con ruoli chiave nelle istituzioni federali. A Potsdam la Cdu governa insieme a Verdi e Spd nel terzo gabinetto del premier socialdemocratico Dietmar Woidke, “padre-padrone” dello Stato che circonda Berlino, e Beermann da delegato alla mobilità è l’incaricato a dettagliare i punti del nuovo piano che sono chiari, concisi e soprattutto estremi.

PARTE CON LA FINE del paradigma che finora ha orientato il trasporto di massa non solo nel Brandeburgo. «Le attuali strade statali saranno solo mantenute. Non ne saranno più costruite di nuove. Al loro posto, piste ciclabili normali e super-vie ciclabili anche al di fuori delle sedi stradali» Secondo: «Ogni borgo del Brandeburgo dovrà essere servito da bus, treni o taxi collegati ogni ora indipendentemente dall’effettivo utilizzo dell’utenza». Terzo: «Le metropoli più vicine – Berlino, Amburgo, Dresda, Lipsia – dovranno essere raggiungibili da qualunque parte dello Stato in massimo due ore. Per le piccole città il limite è fissato a un’ora». Segue il dettagliato programma per riattivare le linee ferroviarie dismesse e stabilire lo standard operativo uguale per le diverse compagnie del trasporto pubblico.

Insomma, una svolta epocale di cui non sono noti solo i tempi di realizzo. «Prima possibile» spera ad alta voce il ministro Beermann che già lavora per l’imprescindibile via libera del parlamento di Potsdam.
EPPURE DIETRO l’addio alle nuove strade c’è la straordinaria pressione delle associazioni ambientaliste del Brandeburgo. In alternativa allo stop a ulteriori arterie avevano minacciato il governo preannunciando proteste e persino il referendum popolare. Anche per questo il ministro Cdu ha dovuto varare un «piano audace» tenendo conto delle istanze degli ecologisti rappresentati non solo dai suoi colleghi Verdi nella coalizione di governo.

Con il pieno appoggio del proprio partito come prova il placet del capogruppo parlamentare Cdu, Jan Redmann: «La protezione del clima si può far bene anche offrendo incentivi a cambiare la mobilità. Il nuovo piano porterà molti vantaggi alle periferie e alle aree rurali. In più così risolviamo il nodo della manutenzione dell’attuale rete stradale, il cui solo arretrato corrisponde a 300 milioni di euro. Non è possibile che quando passa un camion i bicchieri di molti residenti tremano nelle credenze…».
NON SOLO nella sterminata campagna del Land che conta 2.540.000 abitanti ma anche nei capoluoghi locali: dalla capitale Potsdam (la “Versailles tedesca”) a Francoforte sull’Oder che segna il confine con la Polonia; da Cottbus, dove vive la minoranza dei Sorabi, fino a Brandeburgo sulla Havel. Tutte già ampiamente collegate dalla rete viaria capillare, sviluppata e diversificata messa in piedi dopo il crollo del Muro. Dal 1991 a oggi il Brandeburgo ha investito miliardi di euro nel trasporto pubblico sostituendo metà della flotta di bus e rinnovando tutti i tram insieme ai relativi binari.

A opporsi a questo sistema di mobilità è solo l’ultradestra pronta a cogliere il “traffico” di nuovi voti nel Brandeburgo. «La Cdu è kaputt è non si può più salvare. Noi siamo per costruire nuove strade. Decideranno gli automobilisti alle urne» è il tweet dell’ex eurodeputata di Afd, Beatrix von Storch.

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