Droni e missili russi hanno colpito Odessa la scorsa notte danneggiando un museo e alcune strutture portuali e ferendo otto persone. Poco dopo l’attacco i funzionari ucraini hanno pubblicato alcune foto del grande cratere formato all’esterno del Museo nazionale d’arte di Odessa dai missili russi e delle sale interne cosparse di schegge e detriti.

LA STRUTTURA espositiva, che fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco, celebra quest’anno il suo 124° anniversario e al momento dell’attacco ospitava diverse mostre di artisti ucraini contemporanei. Foto e video hanno mostrato finestre e porte in frantumi e alcuni dipinti che giacevano sul pavimento tra i detriti sparsi nelle gallerie. Malgrado ciò, stando alle dichiarazioni del governatore della regione di Odessa, Oleg Kiper, «le tele e i dipinti della mostra in corso non sono stati danneggiati». Kiper ha anche aggiunto che la maggior parte delle opere appartenenti al museo erano già state rimosse a causa del conflitto in corso. L’Unesco ha condannato «con forza» l’attacco russo al museo. «I siti culturali devono essere protetti in conformità con il diritto internazionale», si legge nel breve testo pubblicato su X. L’ufficio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha inoltre fatto sapere che gli attacchi di ieri hanno «danneggiato abitazioni civili e magazzini di grano.

SECONDO diversi analisti e funzionari ucraini della Difesa, l’attacco di ieri è la risposta russa al bombardamento ucraino di sabato scorso contro il porto di Kerch, nella Crimea orientale. Anche se al momento non è ancora certo, sembra che alcuni dei missili abbiano centrato un’importante nave della marina militare russa, la Askold. Di questo avviso è Andriy Ryzhenko, capitano della riserva navale ucraina, il quale ha dichiarato ai media nazionali di avere buone informazioni a riguardo. La Askold è una corvetta della classe “Karakurt” (Vedova nera in russo) ed è stata varata da meno di due anni. Era in costruzione, infatti, quando il presidente russo Vladimir Putin visitò Kerch e il cantiere navale nel luglio 2020. Si tratta di una piccola portaerei dotata di missili Kalibr (le testate che regolarmente colpiscono le città costiere ucraine causando danni enormi) e missili terra-aria. Secondo alcune dichiarazioni di parte russa, infatti, il natante era impiegato sia in funzione offensiva, sia come baluardo di difesa del ponte di Crimea, che a Kerch atterra.

POCO DOPO l’attacco il ministero della Difesa russo ha dichiarato che Kiev ha lanciato 15 missili da crociera contro il cantiere navale di Zaliv a Kerch; almeno due hanno colpito una nave e il cantiere. Il tenente generale Mykola Oleshchuk, comandante delle forze aeree ucraine, ha poi scritto in un messaggio online di ritenere che l’attacco abbia avuto come obiettivo una nave che trasportava missili Kalibr, il che corrobora ulteriormente l’ipotesi precedente. Oleshchuck ha anche lasciato intendere le testate usate per l’attacco sono missili da crociera francesi “Scalp” a lungo raggio. Domenica, l’azienda Planet Labs Pbc, ha diffuso alcune immagini satellitari nelle quali si può osservare una nave che per forma e dimensioni, dicono gli esperti, corrisponde a una corvetta della classe Karakurt. Sulla nave, che era ancora a galla, sono visibili segni di incendi; nei pressi una nave antincendio e i bracci in acqua per fermare le perdite di petrolio dalla chiglia danneggiata.

INTANTO IERI si è aperto il procedimento penale contro gli ufficiali militari ucraini che hanno organizzato una cerimonia di premiazione a ridosso del fronte sulla quale si è abbattuto un missile russo che ha ucciso 19 soldati. L’Sbi, l’agenzia statale per le indagini, ha dichiarato di voler ritenere responsabili gli ufficiali che vicino alla linea del fronte di Zaporizhzhia hanno organizzato una cerimonia venerdì scorso, in occasione della Giornata delle forze missilistiche e dell’artiglieria. L’accusa è che siccome il campo scelto per la consegna delle medaglie era facilmente individuabile dai droni di ricognizione russi, l’attacco conseguente è stato «una tragedia che poteva essere evitata», come l’ha definita il presidente Zelensky. Il caso sta destando molto scalpore mediatico in tutto il Paese e si unisce alla stanchezza degli ucraini per una guerra che dura ormai da quasi due anni.