Non lontano dal centro di Tokyo, il tempio Sengakuji ospita le tombe dei «quarantasette ronin», un nutrito gruppo di fedeli guerrieri che, dopo aver vendicato la morte del loro signore, si suicidarono, come da rituale. Il fatto, del XVIII secolo, è realmente accaduto e, avendo fortemente colpito l’immaginario nipponico, diventò soggetto di opere teatrali e narrative. Quanto resta dell’ideale samuraico oggi in Giappone, e quanto influenza i comportamenti collettivi lo sintetizza efficacemente Sugimoto Yoshio, sociologo che da più di vent’anni aggiorna la sua Introduction to Japanese Society per la Cambridge University Press (siamo arrivati alla quinta edizione), secondo il quale...