Midterm, i 5 Stati in bilico che potrebbero cambiare gli esiti del voto
Stati Uniti Livello di attenzione altissimo per il voto dell'8 novembre. Affluenza record negli Stati aperti al voto anticipato. I dem rischiano di perdere la maggioranza alla Camera
Stati Uniti Livello di attenzione altissimo per il voto dell'8 novembre. Affluenza record negli Stati aperti al voto anticipato. I dem rischiano di perdere la maggioranza alla Camera
Martedì 8 novembre in Usa si svolgeranno le elezioni di metà mandato (midterm), ma già ora sono state consegnate più di 21 milioni di schede pre-elettorali. Tre stati hanno superato la soglia dei 2 milioni di voti – California, Texas e Florida – e si sente che il livello di attenzione, per questo voto, è molto alto.
Nelle elezioni di Midterm di solito la vittoria del partito sconfitto alle elezioni presidenziali è fisiologica. È come una limatura, un ribilanciamento degli equilibri. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale si sono tenute 19 elezioni di midterm, e il partito del presidente ha perso deputati per ben 17 di queste elezioni.
Ma questi non sono anni normali, con poste in gioco normali; con più di un processo in corso nelle commissioni della Camera, dove l’imputato di fatto è sempre Donald Trump, chi ha il controllo della Camera ha un potere che va al di là di quello del governo attuale.
Ed è proprio alla Camera che la situazione è più rischiosa per i democratici, dove hanno un margine di soli 5 seggi.
Al momento alla Camera i repubblicani godono di 218 previsioni di vittorie sicure, o molto favorevoli, contro i 195 distretti in cui si prevede la vittoria dem. Per completare restano 22 distretti dove le previsioni sono meno certe, e assegnando una vittoria salomonica divisa al 50%, 11 distretti ai dem, e 11 ai repubblicani, il Gop salirebbe a quota 229 seggi, vale a dire un guadagno di 16 deputati rispetto alla situazione attuale, e il controllo della Camera.
Diversa la situazione al Senato, dove la maggioranza è attualmente divisa perfettamente in due 50-50, tanto che dall’insediamento di Biden si è dovuto ricorrere al voto della vicepresidente, Kamala Harris, per 26 volte, in modo da superare lo stallo tra i senatori.
Questa situazione di equilibrio spaccato in due fa sì che le campagne per i singoli seggi al Senato siano particolarmente serrate. I democratici pensano di avere buone speranze di riuscire a mantenere la maggioranza, dovendo difendere solo 14 seggi, mentre i repubblicani ne devono difendere 21.
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Il piano dei trumpisti per vincere. Se perdonoGli Stati da tenere sotto controllo sono 5: Georgia, Nevada, Pennsylvania, Ohio e Arizona.
In Arizona c’è la situazione più semplice per i dem; a correre per il secondo mandato è il democratico ex astronauta della Nasa Mark Kelly. Lo sfidante repubblicano è il 36enne Blake Masters, convinto sostenitore di Trump e del fatto che le elezioni del 2020 siano state rubate al tycoon. Il favorito è Kelly, ma Masters ha margini di recupero grazie all’aiuto di quella che dovrebbe diventare la prossima governatrice dello Stato, Kari Lake.
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Usa, il governo contro le milizie ai seggi in ArizonaIn Ohio si sfidano il repubblicano J. D. Vance, autore del romanzo Elegia americana, e il democratico Tim Ryan, candidato alle primarie presidenziali. Vance inizialmente era stato un “Never Trumper“, un oppositore interno al tycoon, poi ha cambiato idea e si è avvicinato a The Donald, e ora è il favorito.
In Nevada la democratica Catherine Cortez Masto, prima senatrice latina dello Stato, si deve scontrare con il repubblicano Adam Laxalt, nipote e figlio di senatori Gop, un altro che è convinto dell’illegalità delle elezioni del 2020.
I due candidati della Georgia sono il reverendo democratico Raphael Warnock, in corsa per la riconferma, e lo sfidante repubblicano Herschel Walker, ex giocatore della Nfl. La corsa è serrata, ma nelle ultime settimane il fervente anti-abortista Walker è stato accusato da due donne diverse di aver fatto loro pressione per abortire, e di avere pagato per gli aborti.
In Pennsylvania si sfidano il democratico vice governatore dello Stato, John Fetterman, e il repubblicano Mehmet Oz, medico e personaggio televisivo, conosciuto per il suo programma “Dr Oz”. Fetterman era il favorito, ma l’ictus che lo ha colpito a maggio ne ha rallentato la corsa. Se dovesse vincere Fetterman, i dem non manterrebbero un seggio, ma lo toglierebbero ai repubblicani.
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