Internazionale

Midterm, i 5 Stati in bilico che potrebbero cambiare gli esiti del voto

Midterm, i 5 Stati in bilico che potrebbero cambiare gli esiti del votoCartelli che guidano gli elettori ai seggi per il voto anticipato in Texas – Ap

Stati Uniti Livello di attenzione altissimo per il voto dell'8 novembre. Affluenza record negli Stati aperti al voto anticipato. I dem rischiano di perdere la maggioranza alla Camera

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 2 novembre 2022

Martedì 8 novembre in Usa si svolgeranno le elezioni di metà mandato (midterm), ma già ora sono state consegnate più di 21 milioni di schede pre-elettorali. Tre stati hanno superato la soglia dei 2 milioni di voti – California, Texas e Florida – e si sente che il livello di attenzione, per questo voto, è molto alto.

Nelle elezioni di Midterm di solito la vittoria del partito sconfitto alle elezioni presidenziali è fisiologica. È come una limatura, un ribilanciamento degli equilibri. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale si sono tenute 19 elezioni di midterm, e il partito del presidente ha perso deputati per ben 17 di queste elezioni.

Ma questi non sono anni normali, con poste in gioco normali; con più di un processo in corso nelle commissioni della Camera, dove l’imputato di fatto è sempre Donald Trump, chi ha il controllo della Camera ha un potere che va al di là di quello del governo attuale.

Ed è proprio alla Camera che la situazione è più rischiosa per i democratici, dove hanno un margine di soli 5 seggi.

Al momento alla Camera i repubblicani godono di 218 previsioni di vittorie sicure, o molto favorevoli, contro i 195 distretti in cui si prevede la vittoria dem. Per completare restano 22 distretti dove le previsioni sono meno certe, e assegnando una vittoria salomonica divisa al 50%, 11 distretti ai dem, e 11 ai repubblicani, il Gop salirebbe a quota 229 seggi, vale a dire un guadagno di 16 deputati rispetto alla situazione attuale, e il controllo della Camera.

Diversa la situazione al Senato, dove la maggioranza è attualmente divisa perfettamente in due 50-50, tanto che dall’insediamento di Biden si è dovuto ricorrere al voto della vicepresidente, Kamala Harris, per 26 volte, in modo da superare lo stallo tra i senatori.

Questa situazione di equilibrio spaccato in due fa sì che le campagne per i singoli seggi al Senato siano particolarmente serrate. I democratici pensano di avere buone speranze di riuscire a mantenere la maggioranza, dovendo difendere solo 14 seggi, mentre i repubblicani ne devono difendere 21.

Gli Stati da tenere sotto controllo sono 5: Georgia, Nevada, Pennsylvania, Ohio e Arizona.

In Arizona c’è la situazione più semplice per i dem; a correre per il secondo mandato è il democratico ex astronauta della Nasa Mark Kelly. Lo sfidante repubblicano è il 36enne Blake Masters, convinto sostenitore di Trump e del fatto che le elezioni del 2020 siano state rubate al tycoon. Il favorito è Kelly, ma Masters ha margini di recupero grazie all’aiuto di quella che dovrebbe diventare la prossima governatrice dello Stato, Kari Lake.

In Ohio si sfidano il repubblicano J. D. Vance, autore del romanzo Elegia americana, e il democratico Tim Ryan, candidato alle primarie presidenziali. Vance inizialmente era stato un “Never Trumper“, un oppositore interno al tycoon, poi ha cambiato idea e si è avvicinato a The Donald, e ora è il favorito.

In Nevada la democratica Catherine Cortez Masto, prima senatrice latina dello Stato, si deve scontrare con il repubblicano Adam Laxalt, nipote e figlio di senatori Gop, un altro che è convinto dell’illegalità delle elezioni del 2020.

I due candidati della Georgia sono il reverendo democratico Raphael Warnock, in corsa per la riconferma, e lo sfidante repubblicano Herschel Walker, ex giocatore della Nfl. La corsa è serrata, ma nelle ultime settimane il fervente anti-abortista Walker è stato accusato da due donne diverse di aver fatto loro pressione per abortire, e di avere pagato per gli aborti.

In Pennsylvania si sfidano il democratico vice governatore dello Stato, John Fetterman, e il repubblicano Mehmet Oz, medico e personaggio televisivo, conosciuto per il suo programma “Dr Oz”. Fetterman era il favorito, ma l’ictus che lo ha colpito a maggio ne ha rallentato la corsa. Se dovesse vincere Fetterman, i dem non manterrebbero un seggio, ma lo toglierebbero ai repubblicani.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento