Le aspettative stanno trovando conferma: dopo l’accordo raggiunto dagli sceneggiatori e la fine dello sciopero dichiarato ufficialmente l’altro ieri, anche gli attori tornano a trattare negli Usa. Il sindacato Sag-Aftra ha infatti annunciato che tornerà a sedersi al tavolo con l’Amptp, l’associazione che riunisce gli studios, a partire da lunedì. Una novità piuttosto importante considerato che le due parti non si erano mai incontrate da quando gli attori e le attrici hanno dichiarato lo sciopero, lo scorso 14 luglio. A guidare la delegazione saranno il capo negoziatore Duncan Crabtree-Ireland e la presidente del sindacato Fran Drescher.

MENTRE SI RIAPRONO le possibilità di un accordo, Sag-Aftra è impegnato anche in un nuovo fronte di lotta. Il 98.32% dei membri ha infatti votato a favore dell’autorizzazione dello sciopero rispetto all’«Interactive Media Agreement», il contratto che disciplina il lavoro nell’ambito dei videogames. L’approvazione non implica che lo sciopero sarà effettivamente indetto, ma segnala anche in questo caso una trattativa che non riesce ad avanzare. I nodi del disaccordo sono analoghi a quelli già affrontati dagli sceneggiatori e dagli attori: salari che tengano il passo con l’inflazione, protezione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e precauzioni di sicurezza di base. Le aziende interessate sono dieci: Activision Productions, Blindlight, Disney Character Voices, Electronic Arts Productions, Formosa Interactive, Insomniac Games, Epic Games, Take 2 Productions, VoiceWorks Productions e WB Games.

«È tempo che le società di videogiochi smettano di giocare e prendano sul serio il raggiungimento di un accordo su questo contratto», ha affermato Fran Drescher.
Quello dell’intelligenza artificiale è stato uno dei terreni di scontro anche per gli sceneggiatori. Nell’accordo raggiunto i giorni scorsi, il sindacato si è assicurato una protezione dalla scrittura di materiale originale da parte dell’IA e anche contro il suo utilizzo come «materiale di partenza» per un adattamento. Gli autori possono comunque ricorrere all’intelligenza artificiale come strumento se l’azienda lo consente; tuttavia, non può essere loro richiesto di farlo. Infine, è stato fissato nero su bianco il divieto dello sfruttamento del materiale prodotto dagli sceneggiatori per formare l’intelligenza artificiale.