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Il piano ucraino lascia Washington perplessa: «Non c’è nulla di nuovo»

Il piano ucraino lascia Washington perplessa: «Non c’è nulla di nuovo»Zelensky con i leader dem e Gop del Senato: Chuck Schumer e Mitch McConnell – J. Scott Applewhite/Ap

Il limite ignoto Zelensky torna a Kiev con miliardi per le armi stanziati dagli Usa e la promessa di enormi investimenti finanziati con gli asset russi. Repubblicani furiosi dopo la visita alla fabbrica di munizioni in Pennsylvania

Pubblicato 15 giorni faEdizione del 27 settembre 2024

Finora l’unico piano che ha scosso l’opinione pubblica mondiale durante la vista di Zelensky negli Usa è quello russo per la revisione della dottrina atomica. La trasferta che doveva mostrare al mondo il cosiddetto «piano per la vittoria» elaborato da Kiev negli ultimi mesi lascia tutti un po’ perplessi e qualcuno addirittura arrabbiato. In ogni caso nel tardo pomeriggio di New York si è tenuto l’incontro tra il presidente ucraino e Joe Biden ed è sicuramente in quella sede che sono state trattate le questioni più delicate. Ciò che è certo, per ora, è che Zelensky torna nel suo Paese con la promessa di nuovi aiuti militari per miliardi di dollari nell’immediato e per decine di miliardi nel futuro prossimo.

L’assemblea generale dell’Onu in corso, nella quale come ha ricordato il Segretario Antonio Guterres sarebbe servita «unità del Consiglio di sicurezza per porre fine alle guerre in corso», nei primi giorni è stata principalmente una passerella per la delegazione ucraina che si è sforzata di adeguarsi alla solennità del momento ma non ha potuto nascondere di considerarla un palcoscenico minore.

IL VERO MOMENTO della verità è l’incontro con Joe Biden. Solo in quella sede, ha chiarito Zelensky, l’Ucraina avrebbe potuto ottenere «le risposte fondamentali di cui ha bisogno». Gli analisti hanno tradotto questa frase con la richiesta di garanzie di sicurezza chiare e messe per iscritto dagli Usa. A quel punto Kiev potrebbe anche sedersi a trattare, forte del fatto che un’eventuale infrazione del cessate il fuoco da parte del Cremlino obbligherebbe Washington (e chissà quali altri membri della Nato, si vociferava anche dell’Italia) a intervenire militarmente. Sarebbe stata questa la vera novità, constatata l’impossibilità di includere l’Ucraina nella Nato con un conflitto in corso.

Tuttavia, per ora almeno, quest’argomento non è stato evocato. Zelensky ha ribadito che il suo esercito ha bisogno del permesso di colpire in territorio russo con le armi occidentali, di più armi per combattere e più soldi per ripristinare la rete energetica. Nulla di particolarmente nuovo. Il Wall Street Journal ieri ha rivelato che i fedelissimi di Biden «non sono rimasti impressionati dal piano di pace ucraino». I funzionari anonimi che hanno parlato con il quotidiano hanno riferito di un aperto scetticismo per una proposta che «manca di una strategia globale» ma si concentra solo sulle armi e sui permessi di bombardare in profondità nel territorio russo. «Non c’è molto di nuovo» scrive il Wsj, secondo le cui fonti «il piano non offre un percorso chiaro verso la vittoria per l’Ucraina, soprattutto perché le forze russe stanno lentamente ma inesorabilmente ottenendo vittorie sul campo di battaglia». Se durante la giornata odierna Biden o il suo ospite non chiariranno meglio quale sia il punto di svolta dell’elaborazione strategica ucraina, probabilmente vorrà dire che il Wsj ha colto nel segno.

SENZA CONTARE che il tanto atteso incontro con Trump non si terrà. Per la Bbc i vertici del partito repubblicano sono andati su tutte le furie quando hanno visto le immagini della visita alla fabbrica di munizioni della Pennsylvania che hanno definito «un evento di campagna elettorale di parte». I membri del Gop accusano Zelensky di fare pubblicità occulta ai democratici. In ogni caso Trump aveva già annullato l’incontro con il leader ucraino e ieri ha ribadito che «se sarò eletto negozierò, perché dobbiamo uscire da questa guerra il prima possibile».

ZELENSKY non torna in Europa dell’est a mani vuote, tutt’altro. Biden ha annunciato uno stanziamento di ben 5,9 miliardi di euro a breve termine e ha convocato una riunione del gruppo di contatto Nato per ottobre. In quell’occasione si dovrebbe anche raggiungere un accordo con la Ue per lo stanziamento di ulteriori 50 miliardi di euro. Usa e Ue dovrebbero dividersi l’onere ma la condizione imprescindibile per la Casa bianca è che l’Ue utilizzi i proventi degli asset russi congelati e che prolunghi le sanzioni a Mosca di almeno 36 mesi.

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