Disney licenzia altri 300 dipendenti negli Stati uniti
Usa I tagli senza fine dell'ad Bob Iger nonostante gli utili in crescita, lavoratori mandati a casa anche in molte altre aziende dell'intrattenimento
Usa I tagli senza fine dell'ad Bob Iger nonostante gli utili in crescita, lavoratori mandati a casa anche in molte altre aziende dell'intrattenimento
Non si fermano più i licenziamenti in casa Disney: nell’ultima ondata dei giorni scorsi il gigante dell’intrattenimento ha mandato a casa circa 300 impiegati. Secondo «Deadline», sarebbero coinvolti i comparti legali, finanziari, le risorse umane, la comunicazione, e i lavoratori interessati si troverebbero tutti negli Stati uniti.
LA DICHIARAZIONE dell’azienda recita così: «Valutiamo continuamente come investire nelle nostre attività e gestire in modo più efficace le nostre risorse e i nostri costi per alimentare la creatività e l’innovazione che i consumatori apprezzano e si aspettano da Disney. Nell’ambito di questo continuo lavoro di ottimizzazione, abbiamo riesaminato la struttura dei costi delle nostre funzioni a livello aziendale e abbiamo stabilito che ci sono modi per operare in modo più efficiente». Parole che decretano gli ennesimi tagli al personale anche se i dati dicono che Disney è in crescita, per il trimestre di giugno ha battuto le aspettative di Wall Street per quanto riguarda i ricavi e gli utili. L’azienda ha anche registrato il primo trimestre in attivo per i servizi di streaming, che hanno fatto un po’ di fatica ad affermarsi sul mercato.
L’inferno per i dipendenti è iniziato quando, due anni fa, Bob Iger è tornato ad occupare il ruolo di amministratore delegato. Nel 2023 si è arrivati a toccare i 7mila licenziamenti, considerati necessari dall’ad per far quadrare di nuovo i conti. Numeri importanti anche per un mega conglomerato quale è diventato Disney nella precedente gestione di Iger (2005-2020). Eppure, sembra non bastare mai. Appena due mesi fa 140 lavoratori del settore televisivo erano stati licenziati, a maggio era toccato a 175 dipendenti della Pixar.
Ma oltre alla casa madre di Topolino sono molte le aziende dell’intrattenimento statunitensi ad aver annunciato licenziamenti in questa torrida estate. Paramount Global ha fatto sapere che, in diverse tranche, manderà a casa circa duemila dipendenti che corrispondono al 15% della forza lavoro della compagnia. Analoga l’iniziativa presa da Warner Bros Discovery, che sta licenziando quasi mille lavoratori. Il problema, dunque, è sistemico.
Da diverso tempo Bob Iger, arrivato a 73 anni, è in cerca di qualcuno che possa prendere il suo posto di ad. Sarebbe esausto e vorrebbe godersi la pensione, lasciando però l’azienda in buone mani. La speranza è che chi verrà dopo possa adottare un modello di crescita che oltre agli utili comprenda il benessere e la sicurezza di lavoratori e lavoratrici, per innescare un cambio di rotta in tutta l’industria.
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