Europa

Maternità surrogata, l’Europa prepara il pass per le famiglie

Maternità surrogata, l’Europa prepara il pass per le famiglieBruxelles, famiglie arcobaleno al Gay pride parade del 2018 – Gettyimages

L’Ue ricorda all’Italia la proposta di regolamento per il riconoscimento transfrontaliero. Da settembre riprende l’iter del provvedimento della Commissione a tutela dei bimbi

Pubblicato circa un anno faEdizione del 28 luglio 2023

«La genitorialità è lo stato civile che regola il rapporto familiare legale tra un figlio e un’altra persona. Mentre l’accertamento della genitorialità è disciplinato dal diritto di famiglia nazionale, il riconoscimento della genitorialità già stabilita all’estero è solitamente disciplinato dalle norme di diritto privato internazionale». È con questo presupposto – e in direzione uguale e contraria a quella intrapresa dalla maggioranza di governo italiana con il «reato universale» di Gestazione per altri (Gpa) che mercoledì ha ottenuto il primo sì dalla Camera – che la Commissione europea ha avviato, il 7 dicembre 2022, l’iter della proposta di Regolamento sul riconoscimento delle situazioni familiari transfrontaliere. L’intento del legislatore europeo è quello di applicare la sentenza della Corte di giustizia Ue del 14 dicembre 2021 (che ha dato ragione ad un coppia di donne bulgare alle quali Sofia rifiutava di riconoscere lo status genitoriale del loro figlio nato all’estero), e di conseguenza fare in modo che, nel rispetto dell’indipendenza legislativa dei singoli Paesi, «gli Stati membri riconoscano la filiazione accertata da un altro Stato membro, indipendentemente dal modo in cui il figlio è stato concepito o è nato».

L’esistenza di questa proposta di regolamento europeo è stata ricordata ieri dalla portavoce della Commissione europea, Sonya Gospodinova, ai giornalisti che le chiedevano un commento sulla inapplicabile legge-manifesto Varchi che l’Italia si appresta a varare (ora al vaglio del Senato).

«TUTTE LE QUESTIONI LEGATE al diritto di famiglia, inclusa la maternità surrogata, sono di competenza esclusiva dei Paesi membri», ha spiegato la portavoce della Commissione ricordando però che con quella proposta di Regolamento l’Ue intende «tutelare i bambini, in particolare quando si tratta della protezione transfrontaliera e il riconoscimento dello status genitoriale», a prescindere «dal tipo di famiglia di provenienza del bambino, dal genere dei genitori e di come il bambino è stato concepito o è nato».

La proposta verrà analizzata dalla commissione competente, «Juri», con il parere delle commissioni «Libe» e «Femm» che voteranno a cominciare dal 19 settembre. Poi il testo passerà all’Europarlamento, probabilmente nella plenaria di novembre, e infine affronterà la fase negoziale nel Trilogo (Consiglio, Parlamento e Commissione).

LA STESSA MAGGIORANZA di governo italiana si era premunita, il 22 febbraio scorso, di presentare un’interrogazione a risposta scritta (firmatari alcuni europarlamentari italiani di Identità e democrazia, il gruppo della Lega, e dei conservatori di Ecr presieduto da Giorgia Meloni) nella quale si chiede alla Commissione come intende tutelare gli Stati membri che vietano la maternità surrogata, ritenendo l’«introduzione di un certificato europeo di genitorialità» pericolosa perché rischia di sdoganare «la maternità surrogata, l’omogenitorialità e, potenzialmente, in prospettiva, anche la multigenitorialità».

LA RISPOSTA DI DIDIER Reynders, commissario europeo alla Giustizia è netta: «A causa dell’attuale mancanza di norme armonizzate applicabili all’accertamento e al riconoscimento della filiazione nell’Ue, i figli rischiano di veder violati i propri diritti fondamentali all’identità e alla vita privata e familiare, o anche di perdere, in un altro Stato membro, i diritti alla successione e alle obbligazioni alimentari». La Commissione, conclude Reynders rivendicando la necessità della proposta di Regolamento Ue , «non ritiene questa situazione accettabile». Checché ne pensi l’estrema destra nostrana.

In Italia intanto, mentre il Partito Radicale pensa già ad un referendum per abrogare il reato universale, l’avvocata Filomena Gallo e Marco Cappato, leader dell’associazione Luca Coscioni, assicurano che «la criminalizzazione internazionale della Gpa è destinata a non durare nel tempo, nemmeno se sarà approvata anche al Senato», e rivolgono un appello alle forze di opposizione, e in particolare ai troppo «silenti» Schlein e Conte, «affinché sostengano finalmente il modello della gravidanza per altri solidale».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento