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Magi (+Europa): «Sul patto con Tirana intervenga la Corte dei conti»

Magi (+Europa): «Sul patto con Tirana intervenga la Corte dei conti»Il deputato e segretario di +Europa Riccardo Magi

Protocollo Roma-Tirana Il deputato annuncia un esposto contro le spese pazze per i centri in Albania: si parte da 645 milioni in cinque anni. «Più leggiamo il ddl e più ci rendiamo conto che quel testo rimarrà lettera morta. Ci sono enormi problemi logistici e di gestione, oltre a quelli di natura giuridica»

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 20 dicembre 2023

«L’intesa con l’Albania rimarrà lettera morta, ma intanto il governo porta avanti una costosissima propaganda». Riccardo Magi, deputato e segretario di +Europa, annuncia un esposto alla Corte dei conti sull’accordo Roma-Tirana. Mettendo in fila le cifre che compaiono nel disegno di legge firmato da Mattarella, infatti, il costo complessivo dei cinque anni supera qualsiasi previsione: 645 milioni di euro. E mancano ancora importanti voci di spesa.

Ha definito l’intesa un «suicidio economico per l’Italia». Non è esagerato per un paese del G7?

Lo sostengo nella misura in cui si decide di spendere risorse importanti per un’iniziativa che sarà completamente inefficace e violerà Costituzione italiana e convenzioni internazionali. Della tutela dei diritti fondamentali si occuperà sicuramente la Corte costituzionale, ma qui c’è anche un tema economico. Per svolgere attività istituzionali, come la detenzione amministrativa o l’esame delle richieste di asilo, in un territorio diverso da quello nazionale si decuplicano le spese. Per questo dovrà occuparsene anche la Corte dei conti.

Avete annunciato un esposto, ma quei giudici possono intervenire su un accordo internazionale tra Stati?

Il disegno di legge di ratifica dovrebbe essere trasmesso dallo stesso governo alla Corte dei conti, notificandone il contenuto. Noi faremo una segnalazione preventiva per porre l’accento su un’azione del tutto anomala che richiede cifre assurde. 645 milioni di euro rispetto al bilancio complessivo dello Stato possono sembrare pochi, ma bisogna vedere per cosa vengono spesi. Più leggiamo il ddl e più ci rendiamo conto che quel testo rimarrà lettera morta. Ci sono enormi problemi logistici e di gestione, oltre a quelli di natura giuridica. Non si può comprimere il diritto alla difesa dei migranti o il sindacato ispettivo di noi parlamentari, che dobbiamo e vogliamo far valere fin dalla fase di realizzazione dei centri. Ma ancora non si capisce come queste cose saranno possibili. Ciò mostra che quella del governo italiano è solo una costosissima propaganda.

In campagna elettorale la destra aveva promesso il pugno di ferro sull’immigrazione, ora che ha vinto le elezioni non ha diritto a mettere i soldi dove vuole?

La destra aveva promesso altro. Il blocco navale, per esempio. Che come previsto non si è fatto, né si sarebbe potuto fare. Nel frattempo gli sbarchi sono aumentati ed è stato gravemente danneggiato il sistema di accoglienza. Viviamo nella schizofrenia di migliaia di persone che vorrebbero lavorare regolarmente e integrarsi nel paese ma non riescono a farlo per colpa della legge Bossi-Fini. Il nostro sistema produttivo chiede un maggior numero di lavoratori stranieri regolari ma non riesce ad averli per gli effetti di quella norma. La paranoia italiana dell’invasione ha contagiato anche gli altri Stati membri e la stessa Ue: basta guardare all’inutile passeggiata che Ursula von der Leyen ha fatto in Tunisia con la presidente Meloni. Insomma tutte le promesse della destra sul tema immigrazione sono andate a vuoto. Compreso l’aumento dei Cpr, che non vogliono neanche i loro governatori, e dell’innalzamento del tetto di detenzione amministrativa, che non aumenterà certo i rimpatri. Quando le chiacchiere arrivano alla prova dei fatti il fallimento è totale.

Le coperture finanziarie del progetto vengono dagli accantonamenti di 14 ministeri. È una procedura abituale?

Mi pare stiano raschiando il fondo del barile. Diciamo che succede normalmente quando si avviano attività di questo tipo. Ciò che mi fa davvero impressione è che in questi anni abbiamo visto ridurre le risorse per l’accoglienza. Sono stati eliminati servizi fondamentali come l’insegnamento dell’italiano, l’assistenza legale e quella psicologica. L’ultimo decreto ha aumentato la capienza dei centri come per magia, in barba a tutte le norme di tipo igienico-sanitario o sull’agibilità. I soldi necessari al sistema d’accoglienza non ci sono mai, invece si trovano, raschiando il fondo del barile, per questa folle iniziativa albanese. Sempre ammesso che riesca. Perché al momento l’esito più probabile è una prima pietra posata appena prima delle europee, per una bella photo oppotunity.

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