Europa

Macron ammette: «Ho dato io la cittadinanza francese a Pavel Durov»

Emmanuel MacronEmmanuel Macron – foto Ap

Caso Telegram Il Cremlino fa sapere: nessun incontro o trattativa tra il tycoon e Putin

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 31 agosto 2024

Diventa un caso la cittadinanza francese che Pavel Durov ha ottenuto nel 2021, già al centro di un’inchiesta giornalistica in cui il quotidiano Le monde si poneva domande sulla regolarità e la trasparenza della procedura.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato dalla sua visita in Serbia di aver concesso personalmente il passaporto francese al fondatore di Telegram, attualmente sotto indagine e in libertà vigilata per ordine della Procura di Parigi. La decisione del presidente francese risale a un incontro del 2018 rimasto segreto, e ora rivelato dalla testata Politico.eu. In quell’occasione era stato anche chiesto a Durov di trasferire la sede dell’app di messaggistica nella capitale francese. «L’ho fatto non solo in suo favore ma anche per atleti e artisti che lo meritavano», si è giustificato Macron, attivo utilizzatore di Telegram. Tra i beneficiari della cittadinanza c’è anche Evan Spiegel, co-fondatore di un’altra app di messaggistica, Snapchat.

I rapporti con Durov sono evidentemente materia incandescente per i capi di stato. Sempre il presidente francese ha dovuto smentire una notizia rilanciata dal giornale satirico Canard enchainé secondo cui aveva in programma un incontro con il fondatore di Telegram subito dopo il suo atterrato all’aeroporto di Le Bourget con un volo privato da Baku sabato scorso. L’ entourage dell’Eliseo ha evidenziato che il presidente quel giorno era in visita privata a Le Touquet, nel nord del paese.

Un’altra smentita è arrivata anche da Mosca, schierata a sostegno di Mr Telegram, che ha anche passaporto russo «Non ci sono accordi tra il Cremlino e Durov» ha dichiarato il portavoce di Putin Dmity Peskov, per mettere a tacere le ipotesi di contatti o di negoziati in corso. Il sospetto nasce dalle frequenti visite dell’imprenditore nel suo paese natale. E dal fatto che Telegram è una piattaforma molto utilizzata dalle forze militari di Putin.

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