Europa

L’incastro delle competenze tra ruoli e sovrapposizioni

L’incastro delle competenze tra ruoli e sovrapposizioniI commissari Wopke Hoekstra e Raffaele Fitto foto Ansa

Istituzioni europee Ancora nebbia sui poteri dei commissari. Fitto sarà obbligato a coordinarsi con Dombrovskis sul Pnrr

Pubblicato 21 giorni faEdizione del 19 settembre 2024

È poco più di una formalità, il primo incontro tra von der Leyen e i nuovi commissari designati. Ma il valore simbolico c’è tutto. Lo scenario è quello di Palazzo Berlaymont, il massiccio edificio della capitale europea da cui la presidente della Commissione – passaporto tedesco, ma brussellese di nascita – governerà l’Ue ancora per i prossimi cinque anni.

Per quanto la situazione possa essere eccellente, almeno per lei, grande resta la confusione sotto il cielo delle competenze assegnate ai nuovi commissari. Soprattutto per sovrapposizioni e incroci di ruoli tutti da mettere alla prova dei fatti. Iniziando da quella dell’italiano Raffele Fitto, che torna a Bruxelles – era già stato europarlamentare – come vicepresidente con delega a Coesione e Riforme. Ieri ha iniziato con un passaggio di consegne con il commissario italiano uscente agli Affari economici, il Pd Paolo Gentiloni.

Il caso di Fitto esemplifica bene l’interdipendenza, o se si preferisce la non autonomia dei singoli commissari, sulla base della quale von der Leyen ha astutamente disegnato il nuovo esecutivo. Sulla carta, il portafoglio di Fitto eredita quello della socialista portoghese Elisa Ferreira, Coesione e Riforme, ma l’assegnazione della vicepresidenza esecutiva gli dà da un lato un potere, dall’altro gliene toglie molto. Fitto dovrà supervisionare altre caselle, come quella dell’Allargamento, a cui dovrebbe essere confermata la slovena Marta Kos, o quella dei Trasporti a cui è assegnato il greco Apostolos Tzitzikostas. Ma non sarà autonomo sui fondi Recovery (il Pnrr), molto cari all’Italia che ne è sulla carta tra i maggiori beneficiari. Su questo grande capitolo, arrivato ormai alla sua fase attuativa e finale (prevista per l’estate 2026), l’esponente di FdI sarà obbligato a coordinarsi con il Commissario all’Economia Valdis Dombrovskis. Ovvero un falco dell’austerity.

Ma è proprio Dombrovskis, già cane da guardia di Gentiloni, che da commissario semplice dovrà riferire direttamente alla presidente della Commissione. Lo stesso vale per altre due figure forti del von der Leyen II, come il commissario al Commercio, lo slovacco Maros Sefcovic e il polacco Piotr Serafin, che si occuperà del grande capitolo Bilancio. Gli intrecci però sono molto visibili in diversi settori chiave.

Il nuovo commissario alla Difesa, assegnato al lituano Andrius Kubilius, dovrà coordinarsi sia con l’Alto rappresentante per la politica estera, la lettone Kaja Kallas, che con la vicepresidente Henna Virkkunen, finlandese, delegata alla Sovranità tecnologica, ma anche a Sicurezza e democrazia. Però esiste anche il ruolo di commissario per la Democrazia, Giustizia e Stato di Diritto, occupato dall’irlandese Michael McGrath, a cui è anche assegnato il compito di lotta alla disinformazione.

Per illustrare cosa intenda von der Leyen con la prospettiva dell’orizzontalità delle competenze, basterebbe andare al capitolo «innovazione digitale». Sulla carta dovrebbero occuparsene ben sei commissari: oltre i già citati Virkkunen, Kubilius e McGrath, è a pieno titolo della partita la bulgara Zacharieva (Startup, Ricerca e Innovazione). Quindi quattro commissari «semplici» coordinati da tre vicepresidenti esecutivi: non solo il fedelissimo di Macron Stéphane Séjourné, vicepresidente per la Prosperità e la Strategia industriale, ma anche la romena Roxana Minzatu, con delega alle Capacità personali. Non manca neppure l’indicazione di un rapporto con la vicepresidente Ribera, si presume in quanto responsabile della Competizione, ma forse anche sotto la luce della sua competenza alla transizione «verde, giusta e competitiva» (così recita il titolo a lei assegnato».

Von der Leyen, non al primo giorno di scuola, ma certo al primo con la nuova classe, ha assicurato: «Saremo una grande squadra per l’Europa». Resta solo un piccolo dettaglio: nessuno ha ancora capito come si gioca. Le audizioni dei commissari designati, che potrebbero essere a metà ottobre o a inizio novembre, si reggono su equilibri precari, occorre la maggioranza dei 2/3. (an. val.)

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