«Questo video, l’esecuzione di un prigioniero ucraino, è un video della Russia per ciò che è», afferma in un filmato il presidente Volodymyr Zelensky. Nel video che circola sui social dalla scorsa settimana, postato su Twitter, quello che sembrerebbe un soldato russo decapita con un coltello un uomo con la fascia gialla intorno al braccio indossata dalle truppe di Kiev.

In un secondo filmato – postato per la prima volta l’8 aprile su un social filorusso – due militari ucraini decapitati, a cui sembra siano state tagliate anche le mani, vengono ripresi vicino a un veicolo distrutto, mentre la voce di un uomo dice (in russo) che il veicolo è stato distrutto da una mina e aggiunge ridendo: «Li hanno uccisi. Sono venuti e li hanno decapitati». Questo secondo video sarebbe stato girato da uomini della brigata Wagner e, a detta di alcuni post sui social russi, nelle vicinanze di Bakhmut. Il primo invece, a giudicare dalla vegetazione sul suolo, sembra essere stato filmato in estate.
RIAPPAIONO IN EUROPA crudeli tecniche di intimidazione che non si vedevano dalle guerre in Jugoslavia, più di 30 anni fa, attribuite ora agli uni e ora agli altri protagonisti di un conflitto che coniò un aggettivo, sinistro allora e persino di più oggi: balcanizzazione.

Non esistono ancora conferme che i due filmati siano autentici, ma mentre nei giorni scorsi le condivisioni online crescevano sempre più, la loro natura terrificante ha attirato l’attenzione e l’indignazione – oltre che delle autorità ucraine – della comunità internazionale. «Se confermato, si tratta dell’ennesimo e brutale monito della natura disumana dell’aggressione russa – ha affermato in un comunicato la portavoce della Commissione europea Nabila Massrali – Uccidere prigionieri di guerra è una grave violazione della Convenzione di Ginevra».

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L’Ue, ha aggiunto, «ribadisce il suo fermo impegno a perseguire tutti coloro che si sono macchiati di crimini di guerra, e i loro complici, in relazione alla guerra di aggressione russa in Ucraina».
UN COMUNICATO della missione delle Nazioni unite in Ucraina afferma che le «presunte» esecuzioni «non sono un incidente isolato»: «In rapporti recenti la missione ha documentato un gran numero di gravi violazioni della legge umanitaria internazionale, fra cui quelle commesse contro i prigionieri di guerra». Lo stesso afferma nel video rivolto ai governi occidentali – invitati a «intervenire» – il presidente Zelensky: «Non è un’eccezione, non è un episodio. È già successo in precedenza. È successo a Bucha».

Le autorità ucraine – mentre i servizi di sicurezza di Kiev hanno lanciato un’indagine sui video – non sembrano infatti avere dubbi sull’autenticità e la provenienza delle immagini, e su Twitter il ministro degli esteri Dmytro Kuleba denuncia l’assurdità di avere la Russia «che è peggio dell’Isis, alla presidenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu».
DAL CANTO LORO le autorità russe, attraverso il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, definiscono «orribile» il video dell’esecuzione, ma aggiungono che «prima di tutto ne va verificata l’autenticità» – senza dunque smentire categoricamente né confermare che si tratti dell’operato di uomini delle truppe di Mosca.

Chiamato direttamente in causa dai post che attribuiscono la responsabilità delle decapitazioni dei due soldati filmati vicino al veicolo distrutto alla brigata Wagner, il capo del gruppo di mercenari Yevgeny Prigozhin smentisce: «Ho visto il video. È brutto quando alle persone viene tagliata la testa, ma non ho trovato nulla che supporti la teoria che questo stia accadendo nei pressi di Bakhmut e che i combattenti della Wagner stiano partecipando alle esecuzioni».
A PROPOSITO della battaglia di Bakhmut, proprio Prigozhin su Telegram sostiene che i suoi uomini controllino ormai l’80% della città, compresi i centri amministrativi, le fabbriche e gli edifici municipali. Parallelamente, il ministero della difesa russo afferma che a Bakhmut le truppe di Mosca hanno respinto un assalto dei militari ucraini.

Parlando con l’agenzia Reuters, il portavoce delle forze armate di Kiev nell’est Serhii Cherevaty ha però smentito che il Cremlino ora controlli la maggior parte della città. Prigozhin, ha detto, «deve dare prova di aver ottenuto perlomeno un qualche successo nella città, che tentano di conquistare da nove mesi consecutivi ».
INTANTO IL CONSIGLIO della Federazione russa ha approvato un disegno di legge per agevolare la coscrizione nel Paese: ora la chiamata alla leva potrà essere inviata anche in forma digitale, rendendo più difficile evitare di essere arruolati.