Un gruppo bipartisan di senatori ha annunciato di aver raggiunto l’accordo preliminare sulla legge per il controllo delle armi: potrebbe mettere il Congresso sulla buona strada per far passare un pacchetto che equivale alla risposta politica più significativa in decenni verso gli atti di violenza armata.

Venti senatori, divisi in numero uguale tra democratici e repubblicani, hanno firmato la dichiarazione che annuncia l’accordo e che ha la potenzialità di raccogliere abbastanza sostegno del Gop per raggiungere la soglia dei 60 voti e superare l’ostruzionismo, pratica che finora ha ostacolato tutti i precedenti disegni di legge sulle armi.

L’INTESA INCLUDE controlli più stringenti sugli acquisti di armi, soprattutto per i minori di 21 anni, maggiori fondi per la sicurezza delle scuole, un rafforzamento dei servizi di salute mentale e la spinta agli Stati ad adottare le cosiddette leggi red flag, l’insieme di norme che consentono a polizia e famiglie di chiedere ai tribunali di confiscare temporaneamente le armi a persone che potrebbero essere pericolose per sé e per gli altri.

Subito dopo l’annuncio, il presidente Joe Biden ha dichiarato: l’accordo raggiunto «non contiene tutto quello che ritengo necessario, ma è un importante passo nella giusta direzione».

«Non ci sono scuse per un ritardo e nessun motivo per cui non dovrebbe passare rapidamente al Senato e alla Camera. Ogni giorno che passa, più bambini vengono uccisi in questo Paese: prima arriva sul mio tavolo, prima lo posso firmare», ha concluso Biden.

NONOSTANTE questa sia la restrizione federale più significativa sulle armi dagli anni ’90 e rappresenti un passo nella giusta direzione, tralascia le misure chiave sostenute da Biden e dai gruppi che si battono per il controllo delle armi: il divieto di vendita per i fucili d’assalto semi-automatici e per i caricatori ad alta capacità, e l’innalzamento dell’età minima per acquistare armi semi-automatici da 18 a 21 anni, mossa che la governatrice dello Stato di New York Kathy Hochul ha approvato a livello locale.

Come novità, il progetto di legge introduce una clausola per risolvere quella che è definita la «scappatoia legale del fidanzato», vietando a ogni tipo di coppie, non solo ai coniugi, di possedere armi, se uno dei due è stato condannato per violenza di genere.

Nell’accordo si afferma che i cittadini che sono stati condannati, o che hanno ricevuto ordini restrittivi, saranno inclusi nei controlli sui precedenti penali, indipendentemente dal loro stato civile.

L’accordo arriva dopo settimane di trattative tra i gruppi di senatori, guidati da Chris Murphy del Connecticut da parte democratica e da quella repubblicana da John Cornyn, del Texas, rispettivamente uno degli Stati più favorevoli al controllo delle armi e uno, invece, dei più fedeli al Secondo Emendamento.

ANCHE I GRUPPI di attivisti che si battono per la riforma della legge sulle armi hanno accolto favorevolmente l’annuncio. John Feinblatt, presidente di Everytown for Gun Safety, ha scritto in una nota: «Se il quadro annunciato verrà convertito in legge, sarà il pezzo più significativo della legislazione sulla sicurezza delle armi in 26 anni, lunghi e mortali. Applaudiamo a questa coalizione bipartisan, capitanata dai senatori Murphy e Cornyn, per aver guidato questa spinta ad affrontare la crisi della violenza armata che infuria nella nostra nazione e invitiamo i loro colleghi a rispondere alla chiamata della storia e onorare le vittime e i sopravvissuti alla violenza armata con un’azione che era attesa da tempo».