Trump, Chris Wright al ministero per l’energia. Per lui il riscaldamento climatico è «benefico»
Stati uniti L'amministratore delegato di Liberty Energy, una delle principali compagnie di frackingg
Stati uniti L'amministratore delegato di Liberty Energy, una delle principali compagnie di frackingg
Nella serata di domenica Donald Trump ha ufficializzato il nome del ministro dell’energia della sua prossima amministrazione. La scelta è caduta su Chris Wright, imprenditore del settore dei combustibili fossili e dell’energia atomica. È stato anche uno dei maggiori finanziatori della campagna elettorale di Donald Trump, avendo versato nel 2024 229mila dollari a favore della sua campagna, altri 41 mila dollari per il partito repubblicano e ulteriori fondi raccolti dalle attività di fundraising della moglie.
Il dipartimento dell’energia si occupa di moltissime materie, dalle fonti energetiche alla sicurezza nucleare. Sulla scrivania di Wright passeranno le principali decisioni in materia di transizione ecologica e di lotta al cambiamento climatico e il suo curriculum sembra quello meno adatto a occuparsi di entrambi i temi. Wright infatti ha sempre negato la necessità di riconvertire l’economia alle fonti rinnovabili e di contribuire allo sforzo internazionale contro il riscaldamento globale.
Il successo economico di Wright, pari a un patrimonio di 171 milioni di dollari, è legato all’industria del fracking, una tecnica di estrazione del petrolio e del gas naturale dalle rocce che ha permesso agli Stati uniti di rendersi indipendenti dalle importazioni di petrolio. È una tecnologia molto discussa per il suo impatto ambientale: consiste nel fratturare le rocce del sottosuolo per estrarre i combustibili fossili allo stati fluido che le impregnano usando liquidi ad alta pressione. È contestata dagli ambientalisti non solo perché, come ogni estrazione di idrocarburi, favorisce l’emissione di gas serra ma anche per il rischio che i liquidi usati nel fracking contaminino le falde acquifere o provochino piccoli terremoti.
Wright lavora da sempre in questo settore e oggi è l’amministratore delegato della Liberty Energy, una delle principali aziende di servizi per le società che estraggono idrocarburi attraverso il fracking in Nordamerica, da cui riceve un compenso annuo di 5,6 milioni di dollari. Un pozzo di petrolio statunitense su cinque è gestito dalla Liberty. In più, Wright siede nel consiglio di amministrazione della Oklo, azienda attiva nella produzione dell’energia nucleare necessaria a alimentare i data center delle principali società di intelligenza artificiale. Non sorprende che sia da sempre critico verso ogni regolamentazione dell’uso dei combustibili fossili. Le sue aziende, insieme a diversi stati americani a guida repubblicana, hanno denunciato l’authority statunitense per la finanza Sec per aver imposto regole di trasparenza sull’impatto sul clima e sui rischi legati alla transizione energetica per le aziende quotate in Borsa. L’authority ha dovuto sospendere le nuove regole in attesa della sentenza. In ogni caso, con la vittoria di Trump è probabile che esse non entrino mai in vigore.
Molte organizzazioni ambientaliste statunitensi ora protestano contro la sua nomina. «Chris Wright – ha detto lo storico Sierra Club – è un negazionista del clima che ha tratto profitto dall’inquinamento delle nostre comunità e dall’aver messo a rischio la nostra salute e il nostro futuro. Ovviamente, Donald Trump lo ritiene adatto a guidare il Dipartimento dell’Energia, dove si impegnerà ad abusare del suo potere per prolungare l’uso di combustibili fossili mortali».
In diverse occasioni, Wright ha dichiarato che «non c’è alcuna crisi climatica» né «crisi energetica». Tecnicamente, però, Wright non può essere definito un negazionista del riscaldamento climatico: più che negare l’aumento delle temperature, l’industriale ne sottolinea i benefici: «Sono piuttosto fiducioso che vi sarà una riduzione molto maggiore delle morti per assideramento che di quelle dovute alle ondate di calore» ha detto. «È vero che negli Stati uniti fa più caldo, ma non assistiamo ad un aumento delle morti per eccesso di calore perché disponiamo dell’aria condizionata». Wright sostiene anche che non vi sia alcuna transizione energetica in corso e su questo ultimo punto ha ragione lui: secondo le previsioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia nel 2024 i consumi globali di carbone, petrolio e gas toccheranno nuovi massimi storici.
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