L’accordo Ue-Mercosur a un passo dalla firma, agricoltori francesi sulle barricate
Commercio Dopo 25 anni di trattative l’intesa di libero scambio tra i paesi dell’Unione europea e del Latino America è in dirittura d’arrivo. Parigi e Berlino su fronti opposti
Commercio Dopo 25 anni di trattative l’intesa di libero scambio tra i paesi dell’Unione europea e del Latino America è in dirittura d’arrivo. Parigi e Berlino su fronti opposti
Gli agricoltori sono di nuovo sul piede di guerra, quasi un anno dopo le grandi manifestazioni del gennaio scorso. I francesi guidano la rivolta europea, la Francia è il primo produttore agricolo e il primo beneficiario della Pac.
La ragione è l’imminenza della firma del trattato di libero scambio tra Ue e Mercosur sull’agricoltura, la conclusione di una trattativa iniziata 25 anni fa tra Bruxelles e i paesi dell’America Latina del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia), un trattato che riguarda 800 milioni di persone e un volume di scambi di 40-45 miliardi, il più importante mai firmato finora da Bruxelles.
La Commissione vorrebbe arrivare a una conclusione definitiva, se non in questi giorni al G20 di Rio, al summit del Mercosur a Montevideo (Uruguay) il 5-6 dicembre prossimi. Poi si aprirà comunque il lungo iter della ratifica, Consiglio, Parlamento europeo, anche parlamenti nazionali – cioè con il diritto di veto nazionale – sempre che non venga scorporata la parte “cooperazione” e quindi reso possibile un fast track che può passare a maggioranza qualificata, almeno 15 paesi favorevoli rappresentanti il 65% della popolazione della Ue.
Gli agricoltori europei, francesi in testa, rifiutano l’accordo di libero scambio che considerano “ingiusto”: benché classificato come un trattato di “nuova generazione”, in realtà l’accordo con il Mercosur, visti gli anni di trattative, non comprende le “clausole specchio” sulle norme ambientali e sociali e comporta “squilibri” sulle regole da rispettare.
Gli agricoltori europei denunciano il ribasso delle tariffe doganali su carne bovina, pollame, zucchero, miele, che metterebbe a rischio la produzione comunitaria di fronte ai giganti sudamericani, Brasile e Argentina in testa. Gli ecologisti sottolineano che manca nell’accordo una precisa protezione contro la deforestazione. Sulle norme sanitarie nella Ue si temono utilizzo di antibiotici e di pesticidi proibiti in Europa, viene denunciata la scarsa protezione del benessere animale in America Latina.
La Ue, che è la prima potenza commerciale mondiale, non ha sfruttato il suo potere per imporre all’area Mercosur delle norme più protettive.
L’accordo con il Mercosur divide però l’Europa. I governi di Francia e Germani sono su barricate opposte: in Francia tutta la politica è schierata con le lobby agricole, mentre in Germania è l’industria a vedere di buon occhio un accordo che, se apre ai prodotti agricoli sudamericani, permette di esportare auto e altri prodotti industriali. Un’apertura che può bilanciare le minacce del protezionismo di Trump e le tensioni negli scambi con la Cina.
Gli agricoltori, in particolare in Francia, si stanno focalizzando contro il Mercosur, anche se l’entità dell’aumento dell’import è modesta: in sostanza, una bistecca a testa l’anno per europeo e due scaloppine di petto di pollo. Ci sono poi clausole di salvaguardia nel caso di perturbazioni sui mercati, mentre per la Ue c’è la protezione delle indicazioni geografiche (su più di 400 prodotti).
La Francia è isolata nella Ue, anche se ci sono riserve in Olanda, Polonia, Austria e Irlanda, e adesso pure l’Italia frena, se si costituirà un blocco dovrà vedersela con il fronte guidato da Germania e Spagna, che vuole l’apertura.
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