Internazionale

Un «regalo» a Kiev per le trattative. Trump Jr: «Verso la guerra mondiale»

Joe Biden durante una conferenza stampa sulla situazione in Ucraina foto Alex Brandon/ApJoe Biden durante una conferenza stampa sulla situazione in Ucraina foto Alex Brandon/Ap

Il limite ignoto Il dibattito in Usa sulla scelta del presidente. Blinken: «Faremo in modo che ogni dollaro a nostra disposizione venga speso da qui al 20 gennaio»

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 19 novembre 2024

Negli Stati uniti, l’improvvisa decisione di Biden ha causato più di una preoccupazione tra gli alleati di Donald Trump, che ha condotto buona parte della campagna elettorale promettendo la fine della guerra. Il tycoon non ha commentato, ma più soggetti a lui vicini hanno condannato la mossa come una pericolosa escalation: il figlio maggiore Don jr ha twittato che il presidente sta cercando di «avviare la terza guerra mondiale» prima dell’entrata in carica di suo padre.

E SE IL FIGLIO di Trump ha trovato una risposta al perché di questo ripensamento di Biden arrivato dopo mesi di esitazioni, molti altri stanno continuando ad analizzarne le ragioni. Secondo più di una fonte il via libera quella di Biden sarebbe una risposta all’invio di migliaia di soldati da parte della Corea del Nord in supporto allo sforzo bellico di Mosca: circa 10.000 truppe d’élite nordcoreane sono state inviate a Kursk, per aiutare le forze russe a riconquistare il territorio preso dall’Ucraina all’inizio dell’anno. Il timore dell’amministrazione Biden sarebbe che altre unità delle forze speciali nordcoreane possano seguire a sostegno di questo primo sforzo.

Un’altra ragione plausibile dietro la decisione di Biden sembra essere legata alla consapevolezza che quando il suo successore entrerà in carica, taglierà drasticamente gli aiuti militari all’Ucraina per costringerla a negoziare. Aiutando Kiev a mantenere con ogni mezzo le sue posizioni a Kursk, Biden vorrebbe lasciare all’Ucraina un margine di negoziazione maggiore di quello che avrebbe se perdesse i territori conquistati.

Quella che il partito di Trump presenta come una mossa proattiva verso l’escalation, nella narrazione dei democratici è invece una reazione, in quanto, a ottobre, era stato l’arrivo delle truppe di Pyongyang nella regione di Kursk a rappresentare una grave escalation. Concetto ripetuto da più media Usa che sottolineano, come ha fatto per primo il Washington Post, che la Casa bianca vuole mettere l’Ucraina nella migliore posizione possibile prima dei “colloqui di pace” che il nuovo presidente vorrà avviare sin dall’insediamento. Anche prima delle elezioni, Biden si era impegnato ad aumentare gli aiuti a Kiev, nel tentativo di consolidare la sua eredità prima di lasciare l’incarico.

«IL PRESIDENTE Biden si è impegnato ad assicurarsi che ogni dollaro a nostra disposizione venga speso da qui al 20 gennaio», ha detto ai giornalisti il segretario di Stato Antony Blinken da Bruxelles, dove si è incontrato con le controparti europee per discutere su come sostenere l’Ucraina sulla scia della vittoria di Trump.
«Se le notizie sul cambio di politica sono vere – ha detto al Washington Post Michael Kofman, un esperto militare del Carnegie Endowment for International Peace – allora l’uso di queste armi a lungo raggio potrebbe essere un vantaggio operativo per l’Ucraina, che le consentirebbe di difendersi meglio, di mantenere il territorio che attualmente occupa a Kursk e di aiutare a compensare il vantaggio di cui la Russia gode grazie all’impiego delle forze nordcoreane in questa specifica parte del fronte».

I funzionari del Pentagono, che sin dall’inizio sono stati di gran lunga la voce più scettica all’interno dell’amministrazione Biden riguardo l’uso delle armi a lungo raggio, hanno sostenuto che i benefici derivanti dall’autorizzazione di questi attacchi in Russia sarebbero in realtà limitati, in quanto il Cremlino, prevedendo un potenziale allentamento delle restrizioni da parte di Biden, già all’inizio di quest’anno aveva ritirato più in profondità nel territorio russo la maggior parte dei suoi aerei da guerra e altre risorse belliche, proprio per metterle fuori dal raggio d’azione dei missili a disposizione di Kiev.

IN RISPOSTA alle obiezioni del Pentagono altri funzionari hanno affermato che le preoccupazioni circa l’escalation russa in risposta agli aiuti militari occidentali sono diminuite nel tempo, visto che Kiev sta già utilizzando armi Usa all’interno di Kursk, e che un sistema di armi dopo l’altro è stato fornito all’Ucraina senza che questo generasse delle rappresaglie significative in risposta

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