Biden scommette sul futuro dell’Ucraina
Il limite ignoto L’autorizzazione ad attaccare in territorio russo con i missili a lungo raggio, per non perdere i territori occupati nel Kursk
Il limite ignoto L’autorizzazione ad attaccare in territorio russo con i missili a lungo raggio, per non perdere i territori occupati nel Kursk
Joe Biden ha autorizzato l’esercito ucraino a utilizzare i missili a lungo raggio statunitensi per colpire il territorio russo. Anche se si tratta di un permesso parziale, che per ora riguarda solo la regione russa del Kursk, la notizia arriva nel momento meno atteso e prevedibile, dopo una settimana di recriminazioni da parte di Kiev per «il tempo perso» e per i freni eccessivi imposti dall’attuale amministrazione della Casa bianca.
Gli ucraini hanno anche coniato un termine derisorio per l’atteggiamento di Biden, «auto-deterrenza», ponendo l’accento sulle paure di escalation con la Russia che il capo di stato ha sempre frapposto tra le forniture inviate oltreoceano e i desideri dei generali ucraini. Eppure, a meno di 40 giorni dall’insediamento di Trump a Washington, il presidente uscente ha deciso lo stesso di concludere il suo mandato con una decisione fondamentale. Finora aveva prevalso la valutazione razionale degli analisti militari del Pentagono: permettere a Kiev di colpire il territorio russo in profondità con le armi made in Usa non avrebbe spostato gli equilibri sul campo di battaglia e avrebbe finito solo per esasperare i già fragili rapporti diplomatici con Mosca. Senza contare il rischio di un’escalation nel caso in cui gli ucraini avessero esagerato colpendo un obiettivo particolarmente sensibile. Il Cremlino ha sempre dichiarato che gli Usa saranno ritenuti direttamente responsabili di tutti i problemi che potrebbero scaturire da questa mossa. Ieri il Presidente della Commissione esteri della Duma, Leonid Slutsky, ha dichiarato all’agenzia Tass: «Attacchi con missili americani in profondità in territorio russo inevitabilmente porteranno a una grande escalation che minaccia di avere conseguenze molto più gravi». Mentre il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha sottolineato il rischio di «ulteriore aumento delle tensioni», accusando Biden di «gettare benzina sul fuoco e fomentare l’escalation». Si registrano posizioni simili anche tra alcuni dei fedelissimi di Trump, che da tempo non vedono l’ora di insediarsi per interrompere i rapporti con Kiev. Il figlio del presidente neo-eletto, Donald Jr, ha addirittura accusato Biden di voler «iniziare la Terza Guerra Mondiale» in opposizione al piano di suo padre che invece «avrà la possibilità di creare pace e salvare vite».
MA LA MOSSA di Biden non è frutto dell’irrazionalità. Il presidente sa che quasi certamente il piano dei suoi successori per l’Ucraina consisterà nell’obbligare Zelensky a sedersi a un tavolo negoziale per trattare le condizioni del cessate il fuoco da una posizione di manifesta inferiorità rispetto a Putin. Per questo le truppe nord-coreane inviate in Russia da Kim Jong-un sono state dislocate nel Kursk. I generali russi vogliono riconquistare tutte le porzioni di territorio che i nemici hanno occupato lo scorso agosto. Ricacciare gli ucraini oltre-confine significherebbe eliminare ogni possibile rivendicazione di Zelensky e trasformare i trattati di pace in una capitolazione addolcita. Per il motivo opposto i generali ucraini non possono permettersi di cedere le decine di km che al momento occupano nel Kursk, pena la perdita dell’unica moneta di scambio rimasta. Nel quadro così delineato l’autorizzazione concessa da Biden è una sorta di assicurazione per Kiev.
GLI ATACMS (acronimo inglese di Army Tactical Missile Systems) hanno un raggio di circa 300 km e sono il sistema d’arma offensivo più moderno e distruttivo fornito all’esercito ucraino. Per ora l’autorizzazione si limiterà esclusivamente all’uso nella regione di Kursk per colpire i reparti russi e nordcoreani, i mezzi, i depositi e la catena di approvvigionamento dei nemici. «Oggi molti parlano del fatto che abbiamo ricevuto il permesso a intraprendere azioni appropriate» ha dichiarato ieri a caldo Zelensky, «ma i colpi non si infliggono a parole. Queste cose non si annunciano. I razzi parleranno da soli». Diversi analisti insistono sul fatto che la decisione sia frutto anche della volontà di Washington di colpire le truppe di Pyongyang per dimostrare a Kim che non può agire liberamente. Ma il messaggio indiretto ai piani di Trump, che ha sempre insistito per «terminare la guerra in Ucraina in 24 ore», è molto più evidente.
La mossa di Biden ha convinto subito Francia e Gran Bretagna a dare il via libera all’uso dei sistemi Scalp e Storm Shadow per colpire in territorio russo. «Questo non modifica la posizione del governo tedesco sulla consegna dei Taurus» ha dichiarato il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Wolfgang Buechner. Più allarmata l’Ungheria, che sulla linea di Mosca e di Trump, parla di «avvicinamento della minaccia di una guerra mondiale». Per il ministro degli Esteri italiano Tajani «la posizione di Roma non cambia», ma il nostro Paese non ha mai fornito sistemi missilistici a lungo raggio. Mentre si è mantenuta sulla linea della distensione la Cina, per la quale c’è bisogno «di un cessate il fuoco tempestivo e di una soluzione politica».
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