Vince la volata a Salerno, ed è la prima volta in un grande Giro, Kaden Groves, che si mette dietro Milan al fotofinish. Ma la notizia è che bene o male tutto il gruppo trascina le ruote oltre il traguardo, nonostante le cadute una dietro l’altra che segnano gli ultimi chilometri di corsa.

Atripalda, da dove prende il via la tappa, Torella dei Lombardi, San’Angelo dei Lombardi, Guarda Lombardi. Toponimi longobardi, e infatti il clima è da brughiera. Sarà per la tanta pioggia che si beccano i corridori, sarà perché, almeno fino ad ora, di dare battaglia in giro non c’è troppa voglia, fatto sta che senza eccessiva foga si prosegue la scampagnata per i boschi dell’Irpinia, prima di recuperare il mare sotto Battipaglia e rincorrere la costa fino a Salerno, città natale del poeta Alfonso Gatto che Ingrao spedì dopoguerra a seguire il Giro per “l’Unità”.

A Battipaglia, nella primavera del ’69, l’ultimo eccidio proletario della nostra storia, una scia di sangue da Portella della Ginestra a Modena a Reggio Emilia ad Avola. Si volevano chiudere di forza la manifattura tabacchi e lo zuccherificio, e tutto il paese insorse guidato dai sindacati. Una maestra che assisteva alle cariche della celere contro le operaie dei tabacchi, Teresa Ricciardi, e lo studente Carmine Citro le prime vittime, poi nei giorni successivi la repressione colpì duro anche tra i braccianti. Si stava peggio anche quando si stava meglio. Poche settimane dopo Giacomo Brodolini, allora ministro del lavoro, oramai alla fine dei suoi giorni, raccolse le ultime forze per prendere la parola al Congresso della Cgil e annunciare il varo imminente dello Statuto dei lavoratori, in continuità ideale con le lotte di Avola e Battipaglia ed il loro tragico epilogo.

Un epilogo, se non altrettanto tragico, certo spiacevole poteva avere anche il Giro di Evenepoel, quando un cane fa irruzione in gruppo, provocando una carambola che coinvolge l’iridato belga.

E una seconda volta in vista del traguardo, quando, stavolta per un suo scarto un po’ avventato, si ritrova ancora sull’asfalto.
Sfortuna e incazzatura ben visibile dalle telecamere, ma anche fortuna alla fin fine, perché almeno le prime notizie non parlano di grossi danni. Si potrà forse fare due risate, se si conferma l’assenza di grosse conseguenze, col tormentone che impazza nelle Fiandre, “Remco perché ti amo” sulle note dei Ricchi e Poveri.

Più avanti, ridotto a più miti consigli Zoccarato, ultimo reduce della fuga di giornata assieme a Gandin e Champion, tra i ciuffi delle canne della costa salernitana i capitomboli a ripetizione sull’asfalto liscio di salsedine non penalizzano gli sprinter,

Anzi, in quattro si appaiano sulla linea del traguardo, con Groves che ha la meglio su Milan, Pedersen e Dainese e dalla gioia quasi non ci crede.