L’annata eccezionale di Jannik Sinner prosegue anche a Cincinnati. Il secondo Mille della stagione dopo quello conquistato a Miami, e unito ai successi nello Slam australiano e nei Cinquecento di Rotterdam e Halle, paradossalmente rimette i conti a posto. Già, perché le due recenti sconfitte al quinto set a Parigi con Carlos Alcaraz e a Wimbledon con Daniil Medvedev, pur non adombrando le imprese dell’italiano, hanno lasciato in eredità la sensazione dell’occasione persa. Forse, la superiorità manifestata lungo tutto il 2024 poteva essere sfruttata alzando qualche trofeo in più. Peccato che in questo gioco esistano gli avversari, le righe e i millimetri, gli infortuni e i malanni. E i controlli dell’antidoping. Perché notizia della giornata di ieri, è il verdetto di innocenza sulla positività (effetto di una contaminazione involontaria di Clostebol provocata dal suo fisioterapista) riscontrata a Indian Wells che, come unico effetto, sortirà la restituzione dei punti e del montepremi. Sempre che la Wada, l’agenzia antidoping mondiale, non faccia ricorso.

La vittoria di Cincinnati contro Frances Tiafoe consegna a Sinner un titolo in uno spicchio della stagione che finora non gli è mai stato troppo favorevole. L’anno scorso, l’altoatesino si aggiudicò il Mille di Toronto, in parte grazie a un tabellone agevole. A dodici mesi di distanza, le cose sembravano procedere allo stesso modo. Molta fatica nell’imporre il gioco, un servizio ondivago, un dritto inaffidabile, alcune inquietanti incertezze nei movimenti che, peraltro, suggerivano lo sgradito ritorno di un problema all’anca.

È INDUBBIO, però, che la nuova dimensione da numero uno del mondo abbia permesso a Sinner di trovare le risorse necessarie per fronteggiare difficoltà all’apparenza insormontabili e per battere, uno dopo l’altro, Andrey Rublev e Alexander Zverev. E anche il match con Tiafoe non è stato affatto banale. Lo statunitense, dopo un periodo molto opaco, da Wimbledon pare essere tornato il tennista capace di competere per le prime dieci posizioni del mondo e di impensierire avversari come Alcaraz (con lo spagnolo a Londra è stato a soli due punti da una clamorosa vittoria) e con lo stesso Sinner. Non tragga in inganno il 7-6 6-2 con il quale si è conclusa la finale in Ohio. Il primo set ha visto l’originario della Sierra Leone molto aggressivo e capace di crearsi ottime possibilità. Mentre nel secondo parziale, quando l’italiano ha accelerato per dare l’ultima spallata, sono stati due game molto combattuti e lunghi a segnare la definitiva resa di Tiafoe.

A Cincinnati, forse per caso, forse no, a ricevere l’assegno più remunerativo sono stati Sinner e Aryna Sabalenka, la stessa coppia che si era imposta in Australia. A New York, per l’ultimo Slam del 2024, le condizioni climatiche saranno le stesse, cioè impervie. Umidità e caldo aspirano a essere tra le prime teste di serie del torneo. Che lo sport resti immune da quanto sta accadendo al pianeta è una speranza legata a ignoranza e superstizione e prima o poi qualche seria decisione andrà presa. Da un punto di vista agonistico, la competizione è aperta a tanti e i campi più lenti dovrebbero rimettere in corsa altri pretendenti. In attesa del sorteggio con ben quattro italiani nel seeding, Sinner potrà godere di un presente che presto assumerà le forme di un lontano passato.