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Lampedusa, nessuna traccia degli otto dispersi

Lampedusa, nessuna traccia degli otto dispersiIl peschereccio arrivato a Lampedusa – Ansa

Migranti Nel naufragio di lunedì morta anche una bambina

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 22 novembre 2023

Mancano otto persone all’appello dell’ultimo naufragio davanti alle coste di Lampedusa, le ricerche coordinate dalle autorità italiane proseguono ma le possibilità di ritrovare qualcuno in vita sono ormai terminate. Nel pomeriggio di lunedì la barca su cui viaggiavano una cinquantina di migranti, che si erano lasciati alle spalle le coste tunisine di Sfax, si è capovolta nella zona rocciosa di Capo Ponente, situata a nord-ovest dell’isola.

«Sono intervenute due motovedette che hanno recuperato 40 persone e una bambina esanime», ha scritto la guardia costiera in un comunicato diffuso ieri. Inutili i tentativi dei medici del Corpo italiano di soccorso dell’ordine di Malta (Cisoma) di rianimare la piccola, che era accompagnata dai genitori originari della Guinea e aveva meno di due anni. L’ispezione cadaverica condotta martedì ha accertato la causa della morte: annegamento. A una delle sue mani mancavano due falangi: potrebbe essere un segno che prima di cadere in acqua è rimasta schiacciata nella calca. Dalle testimonianze dei superstiti è emerso che il capovolgimento del barcone sarebbe dipeso dal caos scatenatosi a bordo nei pressi dell’isola. Forse proprio per la paura di essere arrivati troppo vicini alla scogliera.

Tutti i migranti sono finiti in mare. Due di loro sono stati salvati da Salvatore Del Volgo, un pescatore dell’isola che in quel momento era al lavoro insieme al figlio. «Abbiamo visto due persone sugli scogli e chiamato il 112. Ma ci hanno detto di non intervenire perché c’era un po’ di mare ed era rischioso. Abbiamo continuato a pescare ma non arrivava nessuno. Così siamo andati a recuperarli. Quando ci hanno visto si sono buttati in mare e sono venuti verso di noi», racconta. I due ragazzi stavano male, erano infreddoliti, non riuscivano più a camminare. «Erano tutti bagnati. Li abbiamo messi vicini al motore per farli riscaldare. Abbiamo dato loro un po’ d’acqua e un pezzo di pane», continua Del Volgo.

Poco dopo il naufragio, sulle coste lampedusane è arrivato un peschereccio con 576 persone partite da Zuara. Egitto, Siria, Iraq, Marocco, Pakistan e Bangladesh le nazionalità. Si tratta del quinto grande barcone arrivato in Italia dalla città libica nelle ultime settimane. A bordo sempre molte persone provenienti da Asia e Medio Oriente. Un altro peschereccio, con oltre 450 migranti, è stato invece intercettato lunedì dalla sedicente «guardia costiera» libica a nord delle coste occidentali del paese. Non ci sono conferme sul luogo di partenza.

Tornando a Lampedusa, sono stati oltre mille gli arrivi complessivi in dodici sbarchi nella giornata di lunedì. Ieri invece hanno toccato terra altre 338 persone soccorse da due motovedette italiane. Viaggiavano su sette diversi barchini, tutti partiti da Sfax. Dall’inizio dell’anno i migranti giunti via mare hanno superato quota 151mila. Quasi un terzo vengono dalle tre nazionalità prevalenti: Guinea (17.908), Tunisia (16.906) e Costa D’Avorio (15.858).

Intanto la nave Life Support di Emergency è in navigazione verso il porto Marina di Carrara, assegnatole lunedì dopo il soccorso di 21 persone, tra cui un minore non accompagnato, realizzato in acque internazionali davanti alla Libia. La meta indicata dalle autorità italiane dista tre giorni. «Un’inutile cattiveria», commenta il capomissione Emanuele Nannini.

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