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Lagos non è un posto per il distanziamento sociale

Lagos non è un posto per il distanziamento socialeUna operatrice sanitaria distribuisce materiale informativo a Lagos – Ap

Coronavirus in Nigeria Crescono il numero dei contagi e i timori per la parte più vulnerabile della popolazione

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 5 aprile 2020

Solo poche settimane fa la Nigeria pensava di essere riuscita a contenere la diffusione del coronavirus, dopo che erano stati dimessi i primi 179 casi sospetti, risultati negativi secondo il Centro nazionale per il controllo delle malattie. Oggi, sono stati confermati 209 casi positivi, 20 ricoverati e 2 decessi. Il Ministro della Sanità paventa che «forse ci sono già più di 3000 persone contagiate nel paese».

Domenica il presidente Muhammadu Buhari rivolgendosi alla nazione con un messaggio di incoraggiamento, ha anche ordinato un blocco totale di 14 giorni nella capitale Abuja, a Lagos e Ogun a causa dell’elevato numero di casi confermati. Inoltre ha assicurato che «il governo federale stanzierà 10 miliardi di naira (poco meno di 25 milioni di euro) in un fondo per aiutare le persone più bisognose, e che un numero maggiore di operatori saranno formati per rafforzare il sistema sanitario nazionale». Inoltre ha invitato i nigeriani a rispettare la distanzia sociale come responsabilità civica per la lotta contro la diffusione del virus.

Tuttavia, il distanziamento sociale potrebbe essere uno dei compiti più difficili da svolgere in una megalopoli come Lagos, che con i suoi oltre 22 milioni di abitanti è uno dei centri commerciali più popolosi e affollati dell’Africa. Dal 23 marzo, il governo locale ha chiuso scuole, chiese, moschee, mercati e altri raduni pubblici e ha ordinato l’arresto di coloro che violano la serrata.

A preoccupare particolarmente è la popolazione più vulnerabile, come a Makoko – quartiere sotto il 3° Mainland Bridge, il ponte più lungo dei tre che collegano l’isola di Lagos alla terraferma – dove più di diecimila persone vivono in baracche di legno che galleggiano in una laguna putrida. Gli abitanti sono stati comunque avvertiti dal governo e dai leader della comunità sulle buone pratiche igieniche da osservare.

Nei giorni scorsi alcuni degli uomini più ricchi della Nigeria, tra i quali l’industriale Aliko Dangote, considerato il businessman più ricco del continente – hanno donato enormi quantità di danaro per sostenere i settori privati e aiutare il governo federale nella sua lotta contro la pandemia. Ci sono stati molti anni di negligenza da parte dello Stato e delle élite politiche nei confronti del sistema sanitario nazionale. Tuttavia i nigeriani sperano che questa crisi porti se non altro a investire maggiormente nel settore della salute pubblica.

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