Ciad, il clima cambia e arriva il flagello delle inondazioni
Osservatorio mondo Da due mesi la regione africana del Sahel, sinonimo di penuria idrica, sperimenta piogge torrenziali e piene dei fiumi
Osservatorio mondo Da due mesi la regione africana del Sahel, sinonimo di penuria idrica, sperimenta piogge torrenziali e piene dei fiumi
In Ciad le inondazioni hanno provocato quasi 600 vittime. Da due mesi la regione africana del Sahel, sinonimo di penuria idrica, sperimenta piogge torrenziali e piene dei fiumi. Il cambiamento climatico, il fenomeno El Niño e l’accelerazione dei cicli idrologici mettono in ginocchio campagne e città. In particolare, interi quartieri di N’Djamena, la capitale del Ciad, sono sommersi dalla piena più importante degli ultimi 60 anni.
Come ha spiegato al media «Reporterre» l’idrologo Mahamat Nour Abdallah, la città è cresciuta in zone pianeggianti alla confluenza di due grandi fiumi nel bacino del lago Ciad – il quale nei decenni si era ridotto del 90%.
Il carattere precario e caotico della crescita edilizia accentua i danni. Già nel 2022, 250.000 abitanti erano fuggiti dalle loro case. Si sosteneva che il fenomeno non si sarebbe ripetuto per dieci o venti anni…
E là, lontano dai riflettori, diverse squadre di volontari, giorno e notte sopperiscono alle carenze dei piani pubblici di emergenza. Nei quartieri abbandonati costruiscono dighette con sacchi di sabbia e controllano la cosiddetta Diga principale. La costruzione di questo bastione di 32 chilometri, destinato a proteggere da future inondazioni, è stata avviata dal governo nel 2022. Ma solo il 48% dei 33 milioni e mezzo di euro è stato pagato all’impresa cinese incaricata, che dunque non ha terminato i lavori.
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