«La Wagner non esiste», parola di Putin
La «Wagner non esiste», eppure Vladimir Putin gli aveva offerto una via d’uscita dopo il presunto tentativo di golpe. È quanto si apprende da un’intervista che lo stesso presidente russo ha rilasciato ieri al quotidiano Kommersant. Intanto i droni ucraini continuano a fare paura oltreconfine, secondo fonti russe un velivolo dell’aviazione militare di Kiev si sarebbe schiantato nei pressi della centrale nucleare di Kursk, e almeno altri 3 sono stati intercettati nella regione di Voronezh.
Sono giorni concitati in Russia, nonostante la spessa coltre di silenzio che copre sempre ciò che accade ai vertici dell’amministrazione moscovita. Il polverone sollevato dal caso del generale Ivan Popov, rimosso per aver accusato il ministero della difesa di aver «pugnalato alle spalle» i militari al fronte, non si placa. «Non commentiamo. Dopotutto, stiamo parlando di militari, del ministero della difesa. Pertanto suggeriamo di chiedere lì per dei commenti» ha risposto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
DI TUTT’ALTRO AVVISO il suo capo rispetto alla vicenda della Wagner. Il presidente deve aver deciso che era il momento di fornire una versione ufficiale per smentire le troppe indiscrezioni che si affollavano negli ultimi giorni sui canali russi. Diversi i passaggi degni di nota dell’intervista, a partire dallo status giuridico della compagnia di mercenari. «Il gruppo paramilitare Wagner non esiste, almeno dal punto di vista giuridico» ha spiegato Putin, «non abbiamo una legge per le organizzazioni militari private. Semplicemente, non esiste!».
Strano che si parli così della principale formazione impegnata nella conquista di Bakhmut per oltre 6 mesi. Tuttavia, anche se la definizione dello status giuridico dei gruppi di mercenari è «abbastanza complicata», il portavoce del presidente ha dichiarato nel pomeriggio che «questa questione sarà presa in considerazione» nei prossimi tempi.
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L’indecisione armata della Nato sospesa sulla guerra che continuaSULL’INCONTRO SEGRETO, tenutosi pochi giorni dopo il fallimento della manovra di Prigozhin, il leader russo ha chiarito che in quella sede ha proposto al capo della Wagner di continuare a combattere in Ucraina sotto la guida del comandante Andrey Troshev (nome di battaglia Sedoy, ovvero “Capelli grigi”) veterano dell’Afghanistan e della Cecenia, colonnello della polizia in pensione e già comandante operativo dei mercenari della Wagner negli ultimi 16 mesi. La versione di Putin è che molti dei presenti all’incontro hanno «annuito» alla proposta, «ma i 35 capi militari sono stati persuasi da Prigozhin, che mi ha risposto con un secco no». L’ex «cuoco dello zar» avrebbe detto: «No, i ragazzi non saranno d’accordo con una tale decisione».
INTANTO, E RISULTA impossibile pensare a una coincidenza, sul canale Telegram della Wagner ieri è apparsa una foto di Prigozhin decisamente poco lusinghiera. L’ex «eroe di Bakhmut» e sfidante del ministero della difesa è ritratto in mutande e maglietta, seduto su una branda militare all’interno di una tenda da campo, mentre rivolge un cenno all’obiettivo. Ad accompagnare l’immagine la spiegazione: «è apparsa una foto di Evgeny Prigozhin nel campo Wagner sul territorio bielorusso realizzato dal ministero della difesa bielorusso». Tuttavia on-line si è subito diffusa la tesi che la foto risalga a una data precedente al 12 luglio (come indicato nei metadati della foto) e che sia invece di un mese fa, precisamente del 12 giugno, ovvero quasi due settimane prima del tentativo di golpe in territorio russo.
Ma ieri la società russa è stata scossa da notizie più preoccupanti rispetto alle sorti di Prigozhin. Secondo il governatore della regione di Voronezh (520 km a sud di Mosca), Alexander Gusev, l’aviazione di Kiev avrebbe lanciato un attacco con droni dal territorio di Kharkiv con obiettivi ignoti nello spazio urbano della capitale regionale. Stando a quanto scrive l’agenzia russa Interfax, tutti i droni sarebbero stati intercettati prima di causare danni.
Poco dopo dal Cremlino hanno fatto sapere che un altro attacco era diretto sul territorio della centrale nucleare di Kursk, nella città di Kurchatov, dove uno degli impianti è stato spento per sicurezza in seguito all’esplosione di un drone a circa 4 km dal sito. Le agenzie spiegano «l’Unità 4, messa in funzione nel 1986 e dotata di un reattore Rbmk come quello di Cernobyl è stata disconnessa oggi per eseguire lavori di riparazione. Non ci sono stati aumenti di radioattività nella zona della centrale».
POCO PIÙ A NORD, anche la regione di Briansk è stata colpita, secondo il governatore locale Bogomaz da un attacco missilistico. Il bilancio sarebbe di un morto e 3 feriti. Mentre a Belgorod, un’autobomba è esplosa in un quartiere residenziale ferendo il conducente (ignoto per ora) e una donna con il figlio nelle vicinanze.
In territorio ucraino, invece, la regione di Sumy è stata nuovamente colpita e un altro civile è morto a causa dei bombardamenti.
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