La dolce vita centrafricana dei wagneriani nel palazzo che fu di Bokassa
L'oro di Prigozhin A Bangui la base operativa del gruppo. Un para-stato guidato da Vitali Perfilev che traffica in armi e risorse minerarie. «I mercenari russi si sentono padroni qui». Ma ora i commercianti vessati si ribellano. Fine di un mito?
L'oro di Prigozhin A Bangui la base operativa del gruppo. Un para-stato guidato da Vitali Perfilev che traffica in armi e risorse minerarie. «I mercenari russi si sentono padroni qui». Ma ora i commercianti vessati si ribellano. Fine di un mito?
Nella notte tra il 2 e il 3 maggio un gruppo di uomini armati del gruppo Wagner ha fatto irruzione in alcune case e arrestato due civili nel distretto KM5 di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana (RCA), commercianti ambulanti muniti di regolare licenza. Dopo 15 ore i due sono tornati a casa con segni evidenti di tortura.
NON È LA PRIMA VOLTA che i commercianti del KM5 hanno problemi con il gruppo Wagner. «Arrivano con le armi spianate e ci chiedono soldi» dice al manifesto Cheick. Il mercato del KM5 è il più popolare e importante del Paese. «Qui i russi fanno quello che vogliono, si sentono padroni», continua Cheick». L’8 maggio, i commercianti hanno scioperato per protestare contro le angherie dei russi. Forse, l’inizio della fine di un mito.
La storia di Wagner in CAR è la storia di come il para-Stato militare russo ha acquisito potere fuori dalla Russia. Vitali Perfilev, nato a San Pietroburgo una cinquantina di anni fa e con un passato nella Legione straniera francese, è un personaggio molto noto a Bangui. Doppio taglio biondo, fisico statuario, occhi freddi che stonano nella calura, modi gentili: lo si vede spesso guidare un grosso pick-up blindato, frequentare piscina e cocktail bar dell’Hotel Ledger, cenare a Le Kiss o ai ristoranti Cuisine A e Cuisine M in compagnia dell’alta società di Bangui e della cerchia ristretta del presidente centrafricano Faustine Archange Touadera. È stato visto all’M con il ministro della Difesa, il nipote di Touadera Jean-Claude Rameaux Bireau, con il capo dell’intelligence centrafricana, Henri Wanzet-Linguissara, con le più importanti figure politiche e istituzionali del Paese.
Arrivato a Bangui come un comune mercenario e rimasto a lungo nell’ombra, la sua carriera è esplosa a cavallo tra il 2019 e il 2020. Dopo aver combattuto con Wagner in Siria dal 2015, Perfilev ha scalato velocemente la gerarchia del para-Stato diventando in un paio d’anni il braccio destro di Dmitri Utkin, che in RCA è il capo operativo Wagner. Utkin e Perfilev, e il capo del centro culturale russo Dmitri Sitiy, sono i principali rappresentanti del para-Stato russo in RCA, molto più potenti dell’ambasciatore russo Alexander Bikantov.
I TRE HANNO AVUTO UN RUOLO fondamentale nell’impostare la base dei Wagner in RCA, a Berengo, un palazzo che fu dell'”imperatore” Bokassa. Sitiy rappresenta la politica, tesse relazioni, governa gli uomini e gli interessi economici del gruppo, tiene la cassa, agisce da diplomatico e consigliere, parla al telefono con il presidente Touadera, ne guida le strategie. Dopo l’assedio di Bangui, dicembre 2020, durante il quale Perfilev è stato il principale ordinatore militare per la difesa della capitale dai gruppi armati e, in seguito, per il contrattacco, l’immagine dei russi a Bangui è esplosa.
Merito della propaganda: il suo ruolo nell’assedio è stato enfatizzato in un film, Touriste, che da due anni viene trasmesso nei cinema e nello stadio di Bangui. Una scalata che ha portato Perfilev direttamente nella presidenza centrafricana, di cui oggi è ufficialmente consigliere per la sicurezza. Esattamente come Valeri Zakharov prima di lui, oggi il cittadino russo più potente presente in RCA.
IL RAPPORTO DEGLI UOMINI del para-Stato russo in RCA con le autorità è molto stretto, diretto. Inusuale. Talmente inusuale che a parlare con i commercianti arrabbiati del KM5 è stato mandato Perfilev. Non un centrafricano, non un diplomatico. Un mercenario: «Tutte le nostre operazioni sono effettuate in coordinamento con la polizia e la gendarmeria» ha detto Perfilev ai commercianti il 9 maggio, in perfetto francese. Camicia cachi e scorta dei berretti rossi, Perfilev ha ribaltato il tavolo: «I russi non lavorano mai da soli» ha spiegato mentre un telefono lo riprendeva. «Agiamo su segnalazione e in coordinamento con la polizia, alla quale arrivano le denunce che fate voi stessi».
LA POTENZA DEL PARA-STATO russo non è solo militare. È politica, è diplomatica ed è economica: i Wagner oggi incassano milioni dalla vendita di oro, legno e uranio estratti in RCA, le armi e i mezzi militari che la Russia non può più movimentare causa sanzioni, i Wagner sono quelli che, grazie a una deroga alla Russia votata dal Consiglio di sicurezza ONU nel dicembre 2017, riforniscono di armi il Centrafrica. E non solo il Centrafrica. Un potere conquistato nel tempo grazie ai buoni uffici di Prigozhin a Mosca, ma grazie soprattutto al permissivismo del Cremlino, che ai Wagner ha concesso di acquisire sempre più potere. Fino al ribaltamento del tavolo.
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