Elezioni contestate, Mondlane guida la rivolta in Mozambico
Omicidi eccellenti e accuse di brogli Il candidato del partito Podemos sfida il Frelimo. Sciopero generale e scontri. Almeno una dozzina di manifestanti uccisi dalla polizia
Omicidi eccellenti e accuse di brogli Il candidato del partito Podemos sfida il Frelimo. Sciopero generale e scontri. Almeno una dozzina di manifestanti uccisi dalla polizia
È iniziata ieri la terza fase dello sciopero generale in Mozambico contro la manipolazione dei risultati delle elezioni presidenziali, legislative e provinciali del 9 ottobre. La polizia è ricorsa ancora alla forza per reprimere le manifestazioni: finora il bilancio è di oltre una dozzina di morti, una cinquantina di feriti e 500 arresti.
Il Mozambico affronta una profonda crisi dopo un voto in cui il Frelimo, il partito al potere dall’indipendenza, e il candidato Venâncio Mondlane, sostenuto dal partito Podemos, si sono fronteggiati intensamente. Una volta chiuse le urne sono iniziate le accuse di brogli, la repressione poliziesca e un’escalation di tensioni tra governo e opposizione.
IL PERCORSO DEMOCRATICO del Mozambico è iniziato nel 1992, dopo gli Accordi di pace di Roma, che posero fine alla guerra civile tra Frelimo e Renamo, inaugurando il sistema multipartitico. In queste ultime elezioni, Mondlane è emerso come il principale rivale del Frelimo. Ex membro della Renamo, Mondlane ha rotto con il partito e ottenuto il sostegno di Podemos nel maggio del 2024, guadagnando popolarità tra la popolazione stremata da promesse non mantenute e scandali di corruzione.
Gli osservatori internazionali hanno segnalato situazioni anomale nei seggi di diverse aree, come l’inserimento nelle urne di schede falsificate e di voti non riconducibili a elettori reali, e l’intervento della polizia per bloccare le attività di giornalisti, dei rappresentanti dell’opposizione e degli stessi osservatori.
A urne chiuse, il silenzio iniziale del Frelimo sui risultati ha suscitato ulteriori sospetti. Mondlane si è dichiarato vincitore e ha condiviso registri elettoriali che dimostrerebbero la sua vittoria. Con la diffusione dei primi risultati, che indicavano una vittoria del Frelimo con numeri considerati sospettosamente alti, la situazione è peggiorata.
Gli omicidi a Maputo dell’avvocato di Mondlane, Elvino Dias, e del rappresentante di Podemos, Paulo Guambe, hanno scioccato il Paese e acceso un nuovo focolaio di tensione. Entrambi promettevano di presentare prove della frode avvenuta, incrementenado le richieste popolari di giustizia e trasparenza.
LA MORTE DI DIAS E GUAMBE ha innescato un’ondata di proteste e portato Mondlane a indire lo sciopero generale, mentre il governo interrompeva l’accesso ad internet. Accesso ancora ieri fortemente limitato. La risposta delle forze di sicurezza è stata violenta. A Maputo e in altre regioni decine di persone sono rimaste ferite o uccise; veicoli della polizia ed edifici pubblici sono stati attaccati e alcune sedi del Frelimo sono state incendiate.
L’attuale instabilità riflette i problemi storici del Paese, con oltre il 60% dei mozambicani che vive al di sotto della soglia di povertà, senza accesso a servizi essenziali come sanità, istruzione, servizi igienico-sanitari e alloggi adeguati. Allo stesso tempo, il paese si classifica al ventesimo posto in Africa per la più alta concentrazione di milionari.
QUESTO CONTRASTO tra povertà ed estrema ricchezza concentrata nelle mani di una piccola élite ha creato un sentimento di malessere e rivolta sociale esacerbato dalla percezione di ingiustizie avvenute durante le elezioni.
In questo contesto, il Consiglio costituzionale e la Commissione elettorale nazionale si trovano ad affrontare pressioni per garantire la trasparenza e dissipare i dubbi sul processo elettorale. Numerosi organismi, nazionali e internazionali, richiedono la pubblicazione dei registri elettorali, affinché si possa verificare la validità dei risultati che indicano un’affermazione senza precedenti del partito al potere e del suo candidato presidente, Daniel Chapo, con circa il 70%.
PODEMOS E MONDLANE promettono di presentare nuove prove dei brogli avvenuti, l’opposizione chiede al Consiglio costituzionale di rivedere i risultati in modo equo e trasparente. E in molti temono che la mancanza di chiarezza possa aumentare il senso di frustrazione e mantenere la popolazione in uno stato di rivolta. Il Mozambico si trova a un bívio. Stabilità e pace saranno possibili solo se il processo elettorale potrà essere considerato legittimo, ponendo fine ai sospetti che minacciano la fragile democrazia mozambicana.
* filosofo e scrittore mozambicano
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