Europa

La corte tedesca ferma le mire Afd al Bundestag

La corte tedesca ferma le mire Afd al BundestagI co-presidenti di Afd Alice Weidel e Tino Chrupalla – Foto Ap

E spunta un nuovo accordo segreto Non basta la sterzata a destra della presidente Ursula von der Leyen a mettere al riparo la sua nuova Commissione dalle bordate politiche di Alternative für Deutschland

Pubblicato 8 giorni faEdizione del 19 settembre 2024

Non basta la sterzata a destra della presidente Ursula von der Leyen a mettere al riparo la sua nuova Commissione dalle bordate politiche di Alternative für Deutschland. Per i fascio-populisti l’inedita geometria dell’Ue è come fumo negli occhi nonostante a Bruxelles promettano, non a caso, di volersi concentrare esattamente sulle due questioni più care all’ultradestra: immigrazione e recessione economica.

Nella capitale tedesca si allunga sempre più l’ombra del muro della leader di Afd Alice Weidel che non ha mai smesso di pensare alla Dexit specialmente dopo avere compreso che l’isolamento istituzionale di Afd in Germania si estende già all’intera Ue. Ma pesa soprattutto il gran rifiuto del Piano Draghi affidato ad Alexander Sell, eurodeputato di Afd al vertice del nascente Gruppo dell’Europa delle nazioni sovrane (Esn) il cui status attuale è: «in via di fondazione» nella sede al civico 1 di Wallenroder Strasse a Berlino.

Il rapporto di Mario Draghi sulla competitività richiede miliardi di investimenti «ma noi non abbiamo alcuna intenzione di pagare i debiti degli altri, perché la Germania non è più un Paese ricco» avverte Sell. Sempre convinto che l’Ue rimanga una «istituzione disfunzionale» né più né meno della Bundesrepublik tedesca dove i giudici si ostinano a considerare legittimo il patto democratico fra Spd, Cdu, Csu, Verdi, liberali e Linke per impedire ad Afd di governare.

L’ultimo stop è arrivato ieri mattina dalla presidente della Corte costituzionale di Karlsruhe, Doris König che ha respinto il nuovo ricorso dei fascio-populisti sul diritto a presiedere una delle Commissioni al Bundestag. Per la seconda volta, in punta di diritto, i giudici hanno stabilito che l’isolamento di Afd in Parlamento non solo è perfettamente lecito ma anche insindacabile in quanto rientra nel recinto dell’autonomia normativa della camera dei deputati.

In pratica significa che ogni volta che Afd non riesce a raccogliere i voti necessari per guidare una Commissione a causa del boicottaggio politico di tutti gli altri partiti le potrà essere negata la presidenza senza che vi sia la «discriminazione» da lei denunciata. Al di là della disputa tecnica vuol dire che il «cordone democratico» dei partiti antifascisti tiene sotto il profilo giuridico e se mai dovesse crollare sarà unicamente per volontà politica.

Da questo punto di vista la sentenza della Corte suprema toglie dunque ogni scusa ai cosiddetti «possibilisti» soprattutto della Cdu-Csu, pronti a valutare di volta in volta l’opportunità di poter votare tutte le mozioni o le proposte di legge di Afd «condivisibili».
Tutto mentre monta l’ennesimo scandalo sugli alternativi di destra proprio nel Land che apre le urne domenica prossima per rinnovare il Parlamento locale. L’ultimo inquietante scoop congiunto di Der Spiegel, Taz e Collettivo Research-Nord riporta alla memoria la riunione segreta per deportare i migranti di Potsdam scoperta lo scorso gennaio, tutt’altro che un caso isolato. «Alcuni membri di Afd del Brandeburgo hanno discusso della “rivoluzione da destra” in riunioni riservate» è il titolo che fa tremare i polsi ad Alice Weidel, mentre il politico brandeburghese Tim Krause appare sui tg nazionali per negare qualunque piano di «cambiamento violento» nel seminario organizzato dal think-tank di ultradestra Metapol con esponenti del partito neonazista Ndp.

Argomenti della riunione: la «lotta per la sopravvivenza della propria razza» e la «razza come comunità riproduttiva», mentre il titolo del summit era un invito al vero e proprio golpe. «La rivoluzione, nel senso di inversione del sistema attuale di valori, arriverà».

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