Da perdente Cdu a cavallo vincente. Merz sfida Scholz alle elezioni 2025
Germania Non ha voluto aspettare l’esito delle urne nel Brandeburgo fissate per domenica prossima; una volta incassato il via libera della Csu ha lanciato la sua candidatura alla carica di cancelliere. […]
Germania Non ha voluto aspettare l’esito delle urne nel Brandeburgo fissate per domenica prossima; una volta incassato il via libera della Csu ha lanciato la sua candidatura alla carica di cancelliere. […]
Non ha voluto aspettare l’esito delle urne nel Brandeburgo fissate per domenica prossima; una volta incassato il via libera della Csu ha lanciato la sua candidatura alla carica di cancelliere. Da ieri la voce circolata per mesi nei corridoi del Bundestag è una decisione ufficiale: Friedrich Merz, 68 anni, segretario della Cdu, sarà lo spitzenkandidat dell’Union democristiana alle elezioni federali del 2025. Lo ha annunciato personalmente ieri mattina nel corso della conferenza stampa a Berlino tenuta insieme al leader Csu, Markus Söder. Insieme sul palco, sorridenti, con la stretta di mano a suggellare la ritrovata unità dopo un anno di baruffe interne diplomaticamente riassunte dal capo dei cristiano-sociali come «un periodo non facile» fra i due partiti gemelli.
Ma veri concorrenti sul campo Merz non ne ha mai avuti. Atlantista di ferro e ultra filo-isrealiano da ben prima dell’invasione dell’Ucraina e del massacro del 7 ottobre, il leader Cdu per anni è stato il lobbista numero uno del fondo finanziario Usa Black Rock in Germania.
Lo sfidante interno Hendrik Wüst – governatore del Nordreno-Vestfalia – e lo stesso Söder non sono mai stati realmente in gara per sfilargli la candidatura: con Merz la Cdu non solo è diventata il primo partito nazionale ma vale il 34% del consenso contro il 14% della Spd di Olaf Scholz, suo principale sfidante per la corsa alla cancelleria. Insomma, sulla carta Merz è un cavallo vincente, anche se politicamente vanta una lunga carriera da perdente cominciata durante il ventennio di Angela Merkel (nemica giurata per via della politica di benvenuto agli immigrati da lui avversata fin dall’inizio) e poi proseguita nella partita per la successione di “Mutti” che impose al vertice della Cdu i suoi due pupilli, Annegret Kramp-Karrenbauer e Armin Laschet.
Sorpassato da tutti nonostante fosse iscritto alla Cdu da quando era minorenne; fino al recente ritorno alla ribalta dovuto essenzialmente al clamoroso spostamento a destra che ha imposto al partito: unico modo per contrastare l’ascesa di Afd ma anche l’occasione d’oro per prendere le distanze dalla connazionale e collega nel partito Ursula von der Leyen. Proprio la presidente della Commissione Ue è l’ultimo ostacolo politico da superare per Merz, che da prima del governo Scholz spinge per blindare le frontiere tedesche con l’idea di sospendere Schengen.
Il leader dell’Union è destinato comunque a passare alla storia, come il più anziano spitzenkandidat dei democristiani. Ma la sua sfida politica sarà risolvere i due “incubi” della Germania in quest’ordine: «L’immigrazione è un grande problema e vanno aumentati i respingimenti. Ma il punto più importante resta la crisi economica» avverte Merz.
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