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Migranti, scontro in Germania. Panico nell’Ue

Migranti, scontro in Germania. Panico nell’Ue

Scholz attacca la Cdu: «Per decenni non avete fatto niente». Bruxelles chiede a Berlino spiegazioni sulla decisione di chiudere i confini

Pubblicato circa un mese faEdizione del 12 settembre 2024

E adesso in Germania lo scontro non potrebbe essere più duro. Come annunciato dalla ministra dell’Interno Nancy Fraeser, lunedì prossimo il paese chiuderà le sue frontiere per sei mesi, prima mossa del giro di vite pensato dall’esecutivo semaforo per fermare gli arrivi dei migranti. Le speranza del cancelliere Olaf Scholz di creare sulle nuove misure un’alleanza con la Cdu-Csu capace di fermare l’ascesa dell’estrema destra della Afd (dopo Turingia e Sassonia tra una settimana è la volta del Brandeburgo di recarsi alle urne) è naufragata però miseramente per la marcia indietro dei cristiano democratici di mettere la faccia su provvedimenti ritenuti ancora insufficienti. Con il leader dell’opposizione Friedrich Merz che ha accusato il governo di essere «incapace di agire e senza guida».

Giudizio secco che ha inasprito ulteriormente la situazione e provocato la reazione di Scholz nel suo intervento al Bundestag. «Voi siete il tipo di politico che crede che la politica migratoria si possa risolvere con un’intervista sulla Bild», ha detto ai parlamentari Cdu-Csu, che ha anche accusato di «parlare e non fare nulla». «Per questo ci siamo impegnati ad agire – ha proseguito il cancelliere – A differenza di molti decenni di cristiano democratici che non l’hanno fatto».
Altro che «Wir schaffen das», il ce la faremo pronunciato da Angela Merkel nel 2015 quando aprì le porte del paese a quasi un milione di profughi. Dopo gli attentati jihadisti delle scorse settimane, sia i partiti al governo che quelli all’opposizione sanno che ancora una volta il tema migranti sarà decisivo nelle scelte degli elettori. E in ballo non ci sono solo le elezioni locali, come quelle che si terranno prossimamente in Brandeburgo, ma anche quelle federali previste, salvo colpi di scena, tra un anno. Non a caso l’Afd è tornata anche ieri soffiare sul fuoco chiedendo uno stop all’ingresso dei migranti per almeno cinque anni, mentre il land del Nordreno-Vestfalia ha approvato un pacchetto di misure anti-migranti che assegna maggiori poteri alla polizia e impone regole di rimpatrio più severe.

Oltre a sospendere Schengen chiudendo le sue frontiere, Berlino punta a rendere più facili i respingimenti degli immigrati irregolari, non solo di quanti non intendono chiedere asilo in Germania, ma anche e soprattutto di coloro che sono in carico al altri paesi. Misure che hanno irritato tutti gli Stati confinanti, a partire dall’Austria, dove a fine mese si vota ed è prevista anche qui un’avanzata dell’estrema destra, e della Polonia. Ma che preoccupano parecchio anche l’Unione europea, che ora teme di vedere altri paesi adottare misure analoghe. Un primo punto sulla situazione è previsto per domani, quando a Bruxelles si riunirà il comitato Schengen che chiederà conto a Berlino delle scelte fatte. Una prima spiegazione è contenuta nella lettera che Nancy Fraeser ha inviato alla Commissione europea annunciando la chiusura dei confini. Quella dell’immigrazione illegale resta «una situazione preoccupante» ha scritto la ministra, che ha anche definito «inaccettabile» il livello degli arrivi, calcolati in 50 mila dall’inizio dell’anno fino allo scorso mese di luglio. C’è poi un problema di risorse federali che sono «quasi esaurite», con difficoltà anche per reperire alloggi per i rifugiati. Le autorità preposte alla migrazione, ha concluso la ministra stanno «raggiungendo sempre più limiti di ciò che si può ottenere in termini di accoglienza, alloggio e assistenza», problemi ai quali va aggiunta la necessità di prevenire «minacce alla sicurezza e all’ordine pubblico».

Nessun commento per ora alle spiegazioni di Fraeser da parte della Commissione. Solo la presa di posizione da parte della portavoce comunitaria in materia di immigrazione, Anitta Hipper, che però appare significativa del disappunto che corre tra i vertici europei. Hipper ha infatti ricordato come la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne deve essere un misura «di ultima istanza» per i governi, che devono dimostrare che si tratta di una risposta «necessaria e proporzionata». Ben diverso il commento di Viktor Orbán, da sempre sostenitore della chiusura delle frontiere in chiave anti-migranti. «Cancelliere Scholz, benvenuto nel club» ha scritto su X il leader ungherese.

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