La presenza di tennisti, pugili, sciatori ucraini al fronte è stata solo una delle fotografie di quasi un anno di conflitto. Lo sport è ben intrecciato alla guerra ucraina.

Il ministro dello sport ucraino (e pure presidente del Comitato olimpico nazionale), Vadym Gutzeit, ha avvertito il Comitato olimpico internazionale: se davvero fosse autorizzata la partecipazione di atleti da Russia e Bielorussia, anche sotto bandiera neutrale, gli atleti da Kiev e dintorni non saliranno sull’aereo per la Francia, nell’estate del prossimo anno.

Insomma, strada sbarrata allo sport russo e bielorusso, decretata pochi giorni dopo il via alle operazioni militari in Ucraina.

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La dura presa di posizione di Kiev sul mantenimento delle sanzioni verso le federazioni sportive russe e bielorusse segue l’apertura delle ultime ore proprio del Cio, secondo cui russi e bielorussi potrebbero essere in gara a Parigi – nei Giochi che Emmanuel Macron presenterà al mondo come la dimostrazione plastica della Francia multietnica – qualora rispettassero una serie di condizioni. Rispetto della Carta olimpica, niente inno, colori o identificazione con i loro paesi.

L’Ucraina insomma, non arretra di un millimetro. Lo aveva già detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo cui gli atleti russi non devono avere spazio ai Giochi. Inoltre, Kiev evidenzia come l’apertura del Comitato olimpico internazionale a russi e bielorussi sia l’esatto opposto di quanto detto poco meno di un anno fa dal presidente, Thomas Bach, assai critico con la Russia per la rottura della tregua olimpica.

Da allora lo scenario non è cambiato ma lo stesso Bach, a dicembre, ha spiegato di non “voler punire gli atleti in base al loro passaporto”, quindi è evidente il cambio di orizzonte del CIO. Intanto, gli atleti russi e bielorussi prenderanno parte ai Giochi asiatici, in programma quest’anno.

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Il tema resta ovviamente divisivo. Il governo britannico si è già detto contro il disegno “aperturista” del CIO per Russia e Bielorussia. Mentre qualche settimana fa il comitato olimpico americano si è detto aperto alla presenza di atleti russi ai Giochi parigini, sotto bandiera neutrale. Una posizione che ovviamente ha rafforzato le convinzioni del CIO.

foto djokovic
Novak Djokovic agli Australian Open, foto Ap

D’altronde, lo sport è un riflesso dello stato delle cose, anche sulla guerra in Ucraina. All’Australian Open di tennis, in corso a Melbourne, non sono stati consentiti striscioni filo-russi sugli spalti e il padre di Novak Djokovic, che si era fatto filmare in tribuna con un gruppo di sostenitori di Putin, non era presente per la partita di semifinale del figlio. Un gesto sottolineato con un comunicato dagli organizzatori del torneo australiano.

Nel calcio, la Russia è ancora fuori dagli eventi internazionali, quindi Europei 2024, Mondiali 2026 e Nations League. La federazione calcistica russa per questo motivo pensa addirittura di aderire alla Confederazione Asiatica.