Internazionale

Kiev, i 40 milioni scomparsi e lo scontro governo-esercito

Veicoli militari russi distrutti esposti per le strade di Kiev, foto ApVeicoli militari russi distrutti esposti per le strade di Kiev – Ap

Conflitto ucraino I servizi segreti ucraini accusano di peculato dei funzionari della difesa

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 30 gennaio 2024

Non cessano gli attacchi dell’artiglieria russa sulle città ucraine ma i problemi per il governo di Kiev in questi giorni vengono dall’interno. Lo scandalo dei 40 milioni di dollari destinati all’acquisto di munizioni sottratti da funzionari della Difesa, ad esempio. Secondo l’Sbu, i servizi segreti ucraini, alcuni funzionari del ministero della Difesa sono colpevoli di peculato in combutta con i dipendenti dell’azienda di armi di Leopoli Lviv Arsenal.

La commessa era destinata all’acquisto di 100 mila proiettili da mortaio nell’agosto del 2022. La guerra era all’inizio e l’entusiasmo per la resistenza delle forze armate di Kiev era ancora ai massimi livelli. Il che non fa che aggravare la posizione degli indagati. Dopo aver ricevuto il pagamento, i dipendenti della società avrebbero dovuto trasferire i fondi a un’azienda registrata all’estero, che avrebbe poi consegnato le munizioni all’Ucraina. Ma la merce non è mai stata consegnata e il denaro (ora recuperato) è stato invece inviato a vari conti in Ucraina e nei Balcani. L’Sbu ha dichiarato sabato scorso che cinque persone sono state accusate e un’altra è stata arrestata mentre cercava di espatriare. Se ritenuti colpevoli, rischiano fino a 12 anni di carcere.

MA COME MAI a 17 mesi di distanza l’intelligence ha deciso di lasciar trapelare questa storia che rischia di aggravare ulteriormente la posizione internazionale del governo di Zelensky? La risposta più semplice riguarda l’opportunismo politico. Kiev cerca di dimostrare il proprio impegno nella lotta alla corruzione nel tentativo di accelerare l’iter di adesione all’Unione europea e secondo alcuni anche alla Nato. Sotto la superficie, tuttavia, è in corso una lotta interna tra le varie anime del potere ucraino: militari da una parte e governo dall’altra con l’incognita dei servizi segreti militari (Gur) dell’imprevedibile Kyrylo Budanov.

A tale proposito, nella serata di ieri è apparsa una notizia potenzialmente detonante sulla rimozione del comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valerii Zaluzhny. L’indiscrezione è partita da un messaggio su Telegram del parlamentare ucraino Oleksiy Goncharenko. Il motivo ufficiale sarebbe il fallimento della controffensiva, quello profondo lo scontro con il presidente. Zaluzhny è da molti ritenuto l’anello di congiunzione tra i militari ucraini e gli Usa, un uomo fidato al quale Washington affida i suoi preziosi armamenti e le imbeccate per la strategia bellica. Il suo licenziamento non lascerebbe indifferenti i vertici del Pentagono. Quasi subito, tuttavia, il ministero della Difesa ucraino, così come il portavoce del presidente, hanno smentito categoricamente.

BUDANOV non ha commentato ed è invece tornato sull’abbattimento del cargo militare russo a bordo del quale, secondo Mosca, viaggiavano anche 65 prigionieri di guerra ucraini diretti a uno scambio. «Nessuna delle due parti può rispondere pienamente a quello che è successo» sostiene il capo del Gur, «la posizione della Russia è chiara: incolpare l’Ucraina per tutto, ma se ciò è accaduto perché continua a nascondere i cadaveri? Doveva mostrarli al mondo intero e dire: guardate, gli ucraini sono assassini. Tuttavia, non ci sono cadaveri, non c’è niente». Budanov ha anche annunciato che presto ci sarà un nuovo scambio di prigionieri.

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