L’ennesimo sequestro di massa: i rapimenti a scopo di riscatto sono diventati ormai una vera piaga in Nigeria. La maggior parte dei residenti del villaggio di Kajuri, nello stato settentrionale di Kaduna, dormivano ancora quando nella notte di martedì un centinaio di «banditi» – come vengono denominati dalle autorità di Abuja – hanno invaso il villaggio.

Casa dopo casa, uomini, donne e bambini sono stati trascinati fuori e spinti verso la foresta, rifugio di numerose bande. Un bilancio conclusivo, secondo la stampa locale, di «oltre 70 abitanti rapiti», ma gli ostaggi avrebbero potuto essere molti di più senza l’arrivo provvidenziale dei soldati di stanza a pochi chilometri.

I RAPIMENTI a Kajuri sono avvenuti mentre le forze di sicurezza sono ancora alla ricerca degli alunni rapiti la settimana scorsa dalla scuola primaria nel villaggio di Kuriga, a 100 chilometri di distanza dall’ultimo attacco: almeno 300 bambini, ragazzi e insegnanti.

La scorsa settimana, tra giovedì e venerdì, nello stato del Borno (nord-est) – dilaniato da più di un decennio dalla violenza jihadista di Boko Haram e dello Stato Islamico dell’Africa occidentale (Iswap) – oltre «140 ragazze non sono più rientrate al campo profughi di Ngala, dopo essere andate a cercare legna nella foresta». Rapimento che si aggiunge a quello dello scorso sabato con altri 15 studenti di una scuola islamica nello stato di Sokoto, nel nord-ovest, presi in ostaggio da uomini armati.

La redazione consiglia:
Boko Haram choc, sono 110 le ragazze rapite nell’istituto tecnico

I nuovi sequestri avvengono in un contesto molto critico per la Nigeria alle prese con una crisi economica diventata ormai endemica, che ha causato un aumento esponenziale di rapimenti contro i civili, con bande che operano in prevalenza nelle zone settentrionali e centrali del paese. Si sommano all’insurrezione jihadista nello stato del Borno e alle sanguinose lotte comunitarie tra pastori nomadi musulmani e contadini cristiani nelle regioni centrali.

Un nuovo «business», dicono numerosi analisti, cominciato nel 2014 con il rapimento da parte di Boko Haram di più di 250 studentesse da Chibok, con ancora 100 ragazze ancora disperse. Un affare che, secondo la società specializzata Sbm Intelligence, alimenta una vasta rete di gruppi criminali, oltre alle milizie islamiste, e da luglio 2022 a luglio 2023 ha fruttato «cinque miliardi di naira, 6,4 milioni di dollari, per un totale di oltre 4mila persone rapite».

OLTRE AL CLIMA di insicurezza si aggiunge il problema dell’abbandono scolastico che vede coinvolti oltre 10 milioni di studenti. Nel suo ultimo rapporto l’Unicef parla di «oltre 3mila ragazzi rapiti in questi due anni», con più di «12mila scuole chiuse in 8 stati del paese e 2mila istituti distrutti dai continui attacchi dei banditi».

La redazione consiglia:
330 studenti rapiti, auguri di buone feste da Boko Haram

Ieri il presidente Bola Tinubu ha detto di «aver stanziato nuove risorse per aumentare il livello di sicurezza nelle zone rurali e nelle scuole», confermando l’invio di militari per la ricerca degli ostaggi. In carica dallo scorso anno, Tinubu aveva indicato, come obiettivo prioritario, quello di «liberare la Nigeria dall’incubo dell’insicurezza», dichiarando di impegnarsi «proprio nell’istruzione dei giovani, come antidoto più efficace per contrastare la violenza nel paese».

Durissime le proteste delle opposizioni politiche contro l’inerzia di Tinubu. «Con l’aumento progressivo dei rapimenti sembra che le forze di sicurezza abbiano perso il controllo del paese – ha detto alla stampa locale Peter Obi, leader del Partito laburista – Una catastrofe che mette a rischio la stabilità del paese e la vita di milioni di civili».