Nove mete a due, punteggio finale 63 a 21. In questi casi si commenta con «severa punizione». La sfida di Genova tra i campioni del mondo di rugby e gli azzurri finisce così, sotto un cielo plumbeo e una pioggia di mete.

Per quanto l’Italia abbia cercato di fare il possibile per tenersi in corsa – per una buona prima mezz’ora di gioco – il divario tecnico e lo strapotere fisico del Sudafrica ha avuto la meglio. Chiuso il primo tempo con gli Springboks avanti per 18-13, la seconda frazione ha visto l’affondamento della squadra azzurra, piegata e annichilita nei punti di incontro e costretta a ripetuti falli ed errori. Le sette mete segnate nel secondo tempo e la loro cadenza (45’, 48’, 55’, 63’, 72’ e 79’) dice tutto del dominio dei sudafricani.

IL VERDETTO può sembrare impietoso ma anche in questa sconfitta l’Italia può guardare con una certa fiducia al suo futuro. Deve migliorare in molte cose ma i tre test autunnali hanno messo in mostra una squadra che ha un gioco e non è mai scontata e prevedibile.

Dalla prima linea al triangolo arretato si ha l’impressione che finalmente ci sia un legame che tiene in piede la squadra, i suoi reparti, il suo essere collettivo. Ange Capuozzo si è confermato ancora una volta come uno dei giocatori più sorprendenti di questo 2022 e ha messo a segno all’11’ una splendida meta che ha segnato il temporaneo sorpasso sui sudafricani: ancora la visione dello spazio, ancora un perfetto angolo di corsa, ancora una velocità esplosiva.

Lorenzo Cannone, classe 2001, al suo terzo cap con la maglia azzurra, ha dimostrato di essere molto più che una giovane speranza: la meta realizzata al 66’, nel pieno della tempesta, è stata un gioiello di caparbietà e presenza fisica. La squadra c’è, insomma, e il Sei Nazioni che prende il via il prossimo febbraio 2023 (l’anno dei mondiali, non dimentichiamolo) vede per la prima volta dopo molto tempo gli azzurri presentarsi all’appuntamento in fase ascendente e non in piena depressione da risultati.

IL SUDAFRICA non poteva in nessun modo permettersi una terza sconfitta. Sabato prossimo sarà a Londra per l’ultimo impegno di questo autunno e la sfida contro gli inglesi è molto di più di una replica dell’ultima finale mondiale.

Presentarsi all’appuntamento dopo una vittoria convincente e senza sbavature era indispensabile e dal campo è arrivata la risposta che Rassie Ersamus si aspettava, ammesso e non concesso che il coach degli Springboks riesca a sedere ancora sulla panchina della nazionale dopo l’ennesima squalifica per le critiche rivolte agli arbitraggi (due settimane per i commenti sulla direzione di Wayne Barnes nei test di novembre) e che qualcuno, nella federazione sudafricana, sia in grado di spiegare all’allenatore quanto utile sarebbe, per lui e per la squadra, tenersi lontano dai social media.

 

Italia-Sudafrica: 21-63

Marcatori: meta Arendse (2’); cp Allan (8’); cp Kolbe (9’); meta Capuozzo, tr Allan (11’); cp Allan (20’); cp Kolbe (25’); meta Mbonambi, tr Kolbe (29’); cp Allan (44’); meta Kolbe (45’); meta Arendse, tr Libbok (48’); meta Smith, tr Libbok (55’); meta Marx (63’); meta L. Cannone (66’); meta Kitshoff, tr Libbok (69’); meta Willemse, tr Libbok (72’), meta Reinach, tr Libbok (79’).