Il Pd arriva al 24%. Schlein: «Risultato straordinario»
Europee La leader blinda la sua leadership e stacca Conte: «Siamo il partito che cresce di più dal 2022. Sentiamo ancora più forte la responsabilità di costruire l’alternativa»
Europee La leader blinda la sua leadership e stacca Conte: «Siamo il partito che cresce di più dal 2022. Sentiamo ancora più forte la responsabilità di costruire l’alternativa»
Verso l’una di notte al Nazareno, sede del Pd, si materializza un risultato molto sopra le aspettative: il 24%. Quasi due punti in più del dato che Zingaretti ottenne 5 anni fa, il 22,7% (ma dentro c’erano anche Renzi e Calenda). Per Schlein la soglia per uscire confermata nella sua leadership era il 20%: superarla di 4 punti era tra le più rosee aspettative. «Se i dati verranno confermati, si tratta di un risultato molto positivo per il Pd. Abbiamo accorciato le distanze rispetto a FdI. Credo che sia una serata importante e positiva per il Pd e per chi crede necessario costruire un’alternativa», il primo commento affidato al responsabile organizzativo, il fedelissimo Igor Taruffi. «C’è la responsabilità di dare concretezza all’alternativa. I numeri ci danno un incoraggiamento importante, anche per il campo del centrosinistra».
SCHLEIN SI PRESENTA in sala stampa poco prima delle 2, salutata dagli applausi dei dirigenti dem e accanto al presidente e neo eletto Bonaccini. «Un risultato straordinario, ringrazio chi è tornato a votarci e chi lo ha fatto per la prima volta», dice la segretaria. «Siamo il partito che cresce di più rispetto alle politiche e abbiamo accorciato le distanze da Fdi. Continueremo con ancora più forza le battaglie sui temi della sanità e della questione salariale e sociale. Sentiamo ancora più forte la responsabilità di costruire l’alternativa alle destre e continueremo a essere testardamente unitari» con le altre forze di opposizione. «La campagna capillare e la squadra forte di candidati che abbiamo presentato ci hanno premiato».
CON UNA CAMPAGNA che ha visto oltre 120 comizi in tutta Italia e parole d’ordine di sinistra, dalla sanità all’appoggio ai referendum della Cgil contro il Jobs act e la precarietà, la segretaria ha centrato i due obiettivi che si era prefissa: accorciare le distanze da Giorgia Meloni (da 7 a 4 punti circa) e soprattutto affermarsi come leader nello schieramento delle opposizioni a Meloni, allungando di molto la distanza di due anni fa con il M5S (da 4 a circa 13 punti). I dati negativi di Calenda e Renzi (che rischiano di restare fuori dall’europarlamento) e il successo di Sinistra e Verdi confermano la sua linea: non si vince con una linea moderata. Anzi, la svolta a sinistra viene premiata dagli elettori. Tradotto: Schlein è al riparo dalle possibili contestazioni interne fino alle prossime politiche. C’è un altro dato gradito dalla segretaria: secondo le stime di Youtrend il Pd è il primo partito (con il 18%) tra i 18 e i 29 anni, seguito da M5s (17%), Avs (16%) e FdI (14%).
«C’È UN’ALTERNATIVA al governo Meloni: la somma di Pd, M5s e Avs e degli altri partiti di centrosinistra è nettamente superiore alla maggioranza di governo», commenta il capogruppo alla Camera Francesco Boccia. In realtà le opposizioni (compresi i centristi) stanno attorno 47-48%, mentre il centrOdestra si attesta vicino al 46%. Un sostanziale equilibrio, con la differenza che le destre formano già una coalizione, mentre l’arcipelago della potenziale alternativa ancora non si è dato una forma politica.
Boccia sottolinea anche il dato del Pd in chiave europea: «Il dato che interessa di più a chi ha a cuore l’Europa è tenere all’opposizione nazionalisti e ultranazionalisti, e il risultato del Pd consente ai socialisti di essere forti rispetto a qualsiasi tipo di alleanza. Questa era la priorità assoluta». Nel nuovo parlamento europeo i dem, con 19 deputati, saranno la seconda forza del gruppo socialista dopo gli spagnoli del Psoe (20 eletti). Un dato che viene sottolineato anche da Schlein: «Il Pse nel complesso tiene, senza i socialisti non sarà possibile nessuna maggioranza».
BOCCIA METTE IN LUCE anche il dato delle comunali, e cioè il sostanziale successo delle forze progressiste, da Perugia a Cagliari e Bergamo, con un netto vantaggio in vista dei ballottaggi a Bari e Firenze. Dati che dimostrano come il successo del Pd non sia solitario, ma frutto anche di una coalizione che, nei territori, non è così evanescente. A Cagliari e Perugia ha vinto un campo largo con dentro anche il M5S, a Bari e Firenze è possibile che al secondo turno le forze possano sommarsi. Insomma, il centrosinistra non è all’anno zero. La capogruppo alla Camera Chiara Braga mette a verbale: «Ha pagato lo spirito unitario che il Pd ha avuto: gli elettori premiano la chiarezza: o si sta da una parte o si sta dall’altra. Lo dico agli amici Renzi e Calenda».
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