Verso l’una di notte al Nazareno, sede del Pd, si materializza un risultato molto sopra le aspettative: il 24%. Quasi due punti in più del dato che Zingaretti ottenne 5 anni fa, il 22,7% (ma dentro c’erano anche Renzi e Calenda). Per Schlein la soglia per uscire confermata nella sua leadership era il 20%: superarla di 4 punti era tra le più rosee aspettative. «Se i dati verranno confermati, si tratta di un risultato molto positivo per il Pd. Abbiamo accorciato le distanze rispetto a FdI. Credo che sia una serata importante e positiva per il Pd e per chi crede necessario costruire un’alternativa», il primo commento affidato al responsabile organizzativo, il fedelissimo Igor Taruffi. «C’è la responsabilità di dare concretezza all’alternativa. I numeri ci danno un incoraggiamento importante, anche per il campo del centrosinistra».

SCHLEIN SI PRESENTA in sala stampa poco prima delle 2, salutata dagli applausi dei dirigenti dem e accanto al presidente e neo eletto Bonaccini. «Un risultato straordinario, ringrazio chi è tornato a votarci e chi lo ha fatto per la prima volta», dice la segretaria. «Siamo il partito che cresce di più rispetto alle politiche e abbiamo accorciato le distanze da Fdi. Continueremo con ancora più forza le battaglie sui temi della sanità e della questione salariale e sociale. Sentiamo ancora più forte la responsabilità di costruire l’alternativa alle destre e continueremo a essere testardamente unitari» con le altre forze di opposizione. «La campagna capillare e la squadra forte di candidati che abbiamo presentato ci hanno premiato».

CON UNA CAMPAGNA che ha visto oltre 120 comizi in tutta Italia e parole d’ordine di sinistra, dalla sanità all’appoggio ai referendum della Cgil contro il Jobs act e la precarietà, la segretaria ha centrato i due obiettivi che si era prefissa: accorciare le distanze da Giorgia Meloni (da 7 a 4 punti circa) e soprattutto affermarsi come leader nello schieramento delle opposizioni a Meloni, allungando di molto la distanza di due anni fa con il M5S (da 4 a circa 13 punti). I dati negativi di Calenda e Renzi (che rischiano di restare fuori dall’europarlamento) e il successo di Sinistra e Verdi confermano la sua linea: non si vince con una linea moderata. Anzi, la svolta a sinistra viene premiata dagli elettori. Tradotto: Schlein è al riparo dalle possibili contestazioni interne fino alle prossime politiche. C’è un altro dato gradito dalla segretaria: secondo le stime di Youtrend il Pd è il primo partito (con il 18%) tra i 18 e i 29 anni, seguito da M5s (17%), Avs (16%) e FdI (14%).

«C’È UN’ALTERNATIVA al governo Meloni: la somma di Pd, M5s e Avs e degli altri partiti di centrosinistra è nettamente superiore alla maggioranza di governo», commenta il capogruppo alla Camera Francesco Boccia. In realtà le opposizioni (compresi i centristi) stanno attorno 47-48%, mentre il centrOdestra si attesta vicino al 46%. Un sostanziale equilibrio, con la differenza che le destre formano già una coalizione, mentre l’arcipelago della potenziale alternativa ancora non si è dato una forma politica.

Boccia sottolinea anche il dato del Pd in chiave europea: «Il dato che interessa di più a chi ha a cuore l’Europa è tenere all’opposizione nazionalisti e ultranazionalisti, e il risultato del Pd consente ai socialisti di essere forti rispetto a qualsiasi tipo di alleanza. Questa era la priorità assoluta». Nel nuovo parlamento europeo i dem, con 19 deputati, saranno la seconda forza del gruppo socialista dopo gli spagnoli del Psoe (20 eletti). Un dato che viene sottolineato anche da Schlein: «Il Pse nel complesso tiene, senza i socialisti non sarà possibile nessuna maggioranza».

BOCCIA METTE IN LUCE anche il dato delle comunali, e cioè il sostanziale successo delle forze progressiste, da Perugia a Cagliari e Bergamo, con un netto vantaggio in vista dei ballottaggi a Bari e Firenze. Dati che dimostrano come il successo del Pd non sia solitario, ma frutto anche di una coalizione che, nei territori, non è così evanescente. A Cagliari e Perugia ha vinto un campo largo con dentro anche il M5S, a Bari e Firenze è possibile che al secondo turno le forze possano sommarsi. Insomma, il centrosinistra non è all’anno zero. La capogruppo alla Camera Chiara Braga mette a verbale: «Ha pagato lo spirito unitario che il Pd ha avuto: gli elettori premiano la chiarezza: o si sta da una parte o si sta dall’altra. Lo dico agli amici Renzi e Calenda».