Il chirurgo palestinese Abu Sitta espulso dalla Francia
Francia Testimone dell'orrore di Gaza, doveva parlare in Senato. Ma dopo la deportazione dalla Germania, l'Europa lo mette al bando per un anno. Prosegue la mobilitazione nei campus. Il governo chiede ai rettori di fermarla
Francia Testimone dell'orrore di Gaza, doveva parlare in Senato. Ma dopo la deportazione dalla Germania, l'Europa lo mette al bando per un anno. Prosegue la mobilitazione nei campus. Il governo chiede ai rettori di fermarla
Il chirurgo britannico-palestinese Ghassan Abu Sitta, specialista in medicina di guerra, che ha lavorato negli ospedali Al-Shifa e Al-Ahli a Gaza prima di essere evacuato dalla Striscia a novembre, è stato espulso ieri dal suolo francese dopo essere stato fermato dalla polizia all’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle.
Abu Sitta, che vive in Inghilterra, avrebbe dovuto partecipare a una conferenza al Senato francese, indetta dalla senatrice dei Verdi Raymonde Poncet Monge. Ma sbarcato dall’aereo proveniente da Londra, è stato immediatamente fermato. «Mi impediscono di entrare in Francia…Dicono che la Germania ha imposto un anno di divieto al mio ingresso in Europa», ha scritto il medico su Twitter.
LE MONDE, citando fonti anonime della polizia francese, ha confermato la versione del chirurgo palestinese, al quale «è vietata la concessione di un visto, per la durata di un anno, in tutti gli stati dello spazio Schengen» su richiesta della polizia tedesca. Quest’ultima l’aveva espulso dalla Germania il 12 aprile scorso, quando avrebbe dovuto partecipare a una conferenza sulla Palestina a Berlino, poi annullata.
Abu Sitta si era recato a Gaza appena dopo l’inizio delle ostilità il 7 ottobre. Tra le varie operazioni umanitarie, aveva integrato un’équipe di Medici senza Frontiere, operando per 43 giorni consecutivi. Evacuato il 18 novembre, è diventato uno dei rari testimoni delle conseguenze dei bombardamenti israeliani, durante i quali hanno perso la vita più di 35mila palestinesi.
Oltre ad avere un folto seguito sui social network, sui quali ha raccontato l’inferno quotidiano subito dai civili di Gaza, Abu Sitta ha concesso numerose interviste ed è stato sentito in quanto testimone, a gennaio, dalla Corte penale internazionale, i cui magistrati studiano in questi giorni la possibilità di emettere mandati d’arresto per esponenti del governo israeliano.
La conferenza indetta dal Senato francese era intitolata: «Le responsabilità della Francia nell’applicazione del diritto internazionale a Gaza». Malgrado le proteste dei senatori francesi, Abu Sitta è rimasto in aeroporto prima di essere espulso, ma è potuto intervenire alla conferenza in video. «La Fortezza Europa silenzia i testimoni del genocidio – ha scritto su Twitter – mentre Israele li uccide in prigione».
Mentre Abu Sitta era rinchiuso in aeroporto, un’altra conferenza per la Palestina entrava in una contesa giudiziaria. Organizzata all’università Paris-Dauphine, l’evento «Agire di fronte alla minaccia di un genocidio a Gaza», promosso dal Comitato Palestina degli studenti dell’ateneo, era stato annullato dalla direzione, che aveva invocato il rischio che l’evento mettesse «in causa la neutralità» dell’istituzione.
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Sciences Po occupata: «Basta bandi con Israele»TRA GLI INTERVENTI, vi sarebbe dovuto essere quello di Rima Hassan, la 32enne giurista franco-palestinese candidata alle europee sulle liste de La France Insoumise. Due antenne sindacali di Sud e Cgt nel settore dell’istruzione superiore avevano fatto ricorso al tribunale amministrativo di Parigi e ieri i giudici hanno imposto alla direzione di permettere agli studenti di svolgere la conferenza. Sullo sfondo di queste vicende, gli studenti universitari promettono di continuare a mobilitarsi, dopo le occupazioni e i conseguenti sgomberi dell’ultima settimana a Sciences Po e alla Sorbona in particolare. Una mobilitazione ancora in nuce, ma che già inquieta le alte sfere del governo.
Giovedì, la ministra dell’educazione superiore Sylvie Retailleau aveva ingiunto i rettori a «utilizzare estensivamente i poteri» conferitigli dalla legge per agire contro la mobilitazione studentesca. L’Union Étudiante, una scissione a sinistra dell’Unef (il sindacato studentesco maggioritario), ha dal canto suo annunciato nuove mobilitazioni da lunedì.
Per ora, tuttavia, l’unica acampada rimasta nella regione parigina è quella all’università Parigi 8 a Saint-Denis. Ed è proprio lì che si svolgerà un’assemblea «inter facoltà» lunedì, in preparazione delle prossime iniziative. «L’intifada studentesca continua!», hanno scritto gli organizzatori – i vari «Comité Palestine» delle diverse università della capitale – nel post in cui pubblicizzano l’evento.
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